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Quesito
Carissimo Padre Angelo
analizzando un punto della morale sul matrimonio mi sono incuriosito su di un aspetto dell’amore coniugale. Nel matrimonio si deve compiere l’atto matrimoniale evitando tutto ciò che può ostacolare il concepimento altrimenti vi è la violazione grave della legge divina. E fin qui mi pare giusto.
Mi è sorto in mente però un problema che credo nella vecchiaia presto o tardi si verificherà a tutti e cioè che verrà un momento in cui magari l’atto potrà essere iniziato ma quasi mai o mai potrà essere concluso con emissione del seme per difetto della natura che ormai ha fatto in gran parte la sua funzione.
La mia domanda è questa: gli atti, compiuti incompleti, sapendo che la natura non parteciperà fino in fondo alla completezza dell’atto stesso sia nella donna che nell’uomo sono da evitare quando sopraggiungeranno oppure essi stessi devono essere compiuti quali strumento per rafforzare l’amore coniugale?
Se può fare riferimento ad un punto del magistero sarei anche più contento.
La ringrazio molto e le auguro ogni bene.
Jhonny
Risposta del sacerdote
Caro Jhonny
Anche i coniugi anziani possono esprimersi il loro affetto vicendevole mediante gli atti propri del matrimonio. Evidentemente fanno quello che possono.
Pio XI nella Casti connubii dice: “Né si può dire che operino contro l’ordine della natura quei coniugi che usano del loro diritto nel modo debito e naturale, anche se per cause naturali, sia di tempo sia di altre difettose circostanze, non ne possa nascere una nuova vita. Poiché nello stesso matrimonio si contengono anche fini secondari, come il mutuo aiuto e l’affetto vicendevole da fomentare e la quiete della concupiscenza, fini che ai coniugi non è proibito volere, purché sia sempre rispettata la natura intrinseca dell’atto e per conseguenza la sua subordinazione al fine principale” (DS 3718).
Paolo VI nell’Humanae Vitae dice la stessa cosa: “Questi atti… non cessano di essere legittimi se, per cause indipendenti dalla volontà dei coniugi, sono previsti infecondi, perché rimangono ordinati ad esprimere e consolidare la loro unione. Infatti, come l’esperienza attesta, non ad ogni incontro coniugale segue una nuova vita. Dio ha sapientemente disposto leggi e ritmi naturali di fecondità che già di per sé distanziano il susseguirsi delle nascite” (Humanae Vitae, 11).
Ti saluto, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo