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Quesito
Carissimo Padre Angelo,
stavo leggendo ora la sua risposta al quesito “Mia moglie usa la pillola, mentre io sono contrario; in questo caso il male lo fa solo lei oppure anch’io”, non essendoci più il forum vecchio tipo (in cui mi trovavo meglio nell’andare alla ricerca delle risposte già date), le chiedo una precisazione.
Mi pare di avere letto (ma non vorrei ricordare male) che se la pillola la si usa per problemi indipendenti dal controllo della nascita, in quel caso non si commetta peccato.
Mi spiego meglio: in molti casi i ginecologi prescrivono la pillola per patologie vere e proprie : es. cisti nell’utero o altri casi in cui la pillola serve a “sospendere” o rallentare l’attività dello stesso organo, per evitare che le cisti si ingrossino e per altri motivi sempre legati ad una condizione in cui è necessario che l’ormone ingerito con la pillola, sostituisca quello naturalmente prodotto dal corpo umano, al fine di far ritornare ad una condizione di normalità, dopo un periodo di “riposo”, oppure casi di amenorrea che vengono risolti proprio attraverso l’assunzione del medicinale in oggetto.
In queste ipotesi, mi sembra di ricordare, non si è in contrasto con la dottrina della Chiesa, visto che il fine per il quale si assume la pillola non ha nulla a che vedere con il non essere aperti alla vita, ma con la tutela di una certa situazione di salute.
La ringrazio e la saluto con molto affetto.
Maria
Risposta del sacerdote
Cara Maria,
1. la Chiesa non condanna la pillola in quanto tale, ma la pillola contraccettiva.
La contraccezione infatti toglie all’atto coniugale il di più che deve avere, lo svilisce e fa sì che non sia più un autentico atto di amore.
2. Quando la pillola viene assunta per una finalità terapeutica, le cose cambiano. In questo caso infatti non ci si vuole sostituire al disegno di Dio sulla sessualità, ma s’intende riportare alla normalità ciò che non funziona correttamente.
Già Pio XII nell’ultimo mese del suo pontificato aveva detto che è lecita l’assunzione della pillola per un uso terapeutico, anche se produce l’effetto collaterale di una momentanea sterilità nella donna.
Il Papa si pose la questione nei seguenti termini:
“È lecito sospendere l’ovulazione per mezzo di pillole usate come rimedi alle reazioni esagerate dell’utero e dell’organismo, sebbene questo medicamento, impedendo l’ovulazione, renda anche impossibile la fecondazione? È ciò permesso alla donna maritata, la quale malgrado questa sterilità momentanea, desideri avere rapporti col proprio marito? La risposta dipende dall’intenzione della persona. Se la donna prende questo medicamento, non in vista di impedire il concepimento, ma unicamente su consiglio del medico, come rimedio per una malattia dell’utero e dell’organismo, essa provoca una sterilizzazione indiretta, che è permessa secondo il principio generale delle azioni a duplice effetto. Ma si provoca una sterilizzazione diretta, e perciò illecita, quando si arresta l’ovulazione per preservare l’utero e l’organismo dalle conseguenze di una gravidanza, che esso non può sopportare” (discorso pronunciato al VII convegno internazionale di ematologia, 12 sett. 1958).
3. Paolo VI nell’enciclica Humanae vitae dice la stessa cosa quando afferma che “la chiesa, invece, non ritiene affatto illecito l’uso dei mezzi terapeutici necessari per curare malattie dell’organismo, anche se ne risultasse un impedimento, pur previsto, alla procreazione, purché tale impedimento non sia, per qualsiasi motivo, direttamente voluto” (HV 15).
Ti ringrazio per la fedeltà con cui ci segui, ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo