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Quesito
Caro Padre Angelo,
vorrei farle una domanda di angelologia per approfondire la mia particolare devozione all’arcangelo Michele. Ho letto su un libro la tesi secondo cui i primi cristiani non credessero nel giudizio particolare, dopo la morte, ma in uno stato di quiescenza dell’anima (col corpo), fino al giudizio finale col risveglio di anima e corpo.
Apparentemente a supporto della tesi scritta sopra, le scritture parlano della caduta di Satana e degli angeli ribelli nell’inferno per mano dell’arcangelo nell’Apocalisse e quindi come evento da collocarsi alla fine dei tempi, non all’inizio dei tempi. Questo spiegherebbe quindi la presenza effettiva del male (come spiriti personali, quindi indemoniati e quant’altro) ma finirebbe per negare il concetto stesso dell’evento da cui scaturirebbero paradiso / purgatorio / inferno.
In questa visione la lotta contro gli angeli ribelli non sarebbe un evento da collocare nel passato, ma attuale, e che troverà compimento e fine nell’Apocalisse con l’effettiva caduta di Satana e quindi la separazione di paradiso per i giusti e inferno per i dannati (sostenuto pare anche dalla parabola del mietitore per grano ed erba cattiva). Ovviamente questo non può essere corretto per la Chiesa, perchè si scontra col concetto dogmatico di purgatorio e di giudizio particolare e aggiungerei anche a tutte le (seppur controverse) "prove" sull’esistenza del giudizio particolare come le esperienze pre-morte.
Le chiedo cortesemente quindi di chiarirmi questi aspetti e anche cosa la Chiesa cattolica consideri dogmi sullo scontro all’inizio o alla fine dei tempi tra angeli fedeli e ribelli, giudizio particolare e finale, e cosa invece lascia al libero giudizio.
Riguardo all’opinione invece che esclude l’esistenza di un "male" personalizzato, quindi il diavolo sarebbe un simbolo, così come che la iniziale caduta e il finale giudizio possano avere più un significato, sì reale, ma "morale" o "concettuale" che cronologico e fattuale (tipo Adamo ed Eva per intenderci), cosa dice la Chiesa? cosa si ritiene dogma e cosa no?
Grazie per il suo stupendo lavoro e una mia preghiera per proseguirlo nel migliore dei modi.
Alessandro
Risposta del sacerdote
Caro Alessandro,
1. le due domande sono molte.
La prima riguarda una tua asserzione sul giudizio particolare,
Mi dici di aver letto su un libro “la tesi secondo cui i primi cristiani non credessero nel giudizio particolare, dopo la morte”.
Questo non è vero.
La verità sul giudizio particolare, che avviene subito dopo la morte, è già presente nell’Antico Testamento. Ad esempio: “È facile per il Signore nel giorno della morte rendere all’uomo secondo la sua condotta” (Sir 11,26).
Per il Nuovo Testamento ti ricordo quanto ha detto Gesù nella parola del ricco epulone e del povero Lazzaro: “Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti…” (Lc 16,22-23).
Come si vede, la retribuzione viene presentata come avvenuta subito dopo la morte e questo suppone il giudizio.
Del resto, i frequenti richiami che Cristo rivolge ai discepoli sulla sua venuta improvvisa e inaspettata nella quale chiederà conto della propria vita suppongono chiaramente questa verità.
Nella lettera agli Ebrei poi si afferma esplicitamente: “E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio” (Eb 9,27).
Certo queste parole non escludono il giudizio universale, ma hanno un chiaro riferimento a quanto avviene subito dopo la morte.
2. A proposito della comparsa del male ecco quanto ci dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Nella storia dell’uomo è presente il peccato: sarebbe vano cercare di ignorarlo o di dare altri nomi a questa oscura realtà” (CCC 386)
E: “La realtà del peccato, e più particolarmente del peccato delle origini, si chiarisce soltanto alla luce della Rivelazione divina. Senza la conoscenza di Dio che essa ci dà, non si può riconoscere chiaramente il peccato, e si è tentati di spiegarlo semplicemente come un difetto di crescita, come una debolezza psicologica, un errore, come l’inevitabile conseguenza di una struttura sociale inadeguata, ecc. Soltanto conoscendo il disegno di Dio sull’uomo, si capisce che il peccato è un abuso di quella libertà che Dio dona alle persone create perché possano amare lui e amarsi reciprocamente” (CCC 387).
3. Questo peccato è stato istigato dal diavolo fin dall’inizio: “Il racconto della caduta (Gen 3) utilizza un linguaggio di immagini, ma espone un avvenimento primordiale, un fatto che è accaduto all’inizio della storia dell’uomo. La Rivelazione ci dà la certezza di fede che tutta la storia umana è segnata dalla colpa originale liberamente commessa dai nostri progenitori” (CCC 390).
4. Il CCC parla poi degli angeli e dei demoni come degli essere personali: “Dietro la scelta disobbediente dei nostri progenitori c’è una voce seduttrice, che si oppone a Dio, la quale, per invidia, li fa cadere nella morte.
La Scrittura e la Tradizione della Chiesa vedono in questo essere un angelo caduto, chiamato Satana o diavolo.
La Chiesa insegna che all’inizio era un angelo buono, creato da Dio. «Diabolus enim et alii demones a Deo quidem natura creati sunt boni, sed ipsi per se facti sunt mali – Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi » (Concilio Lateranense IV, DS 800)” (CCC 391).
5. La ribellione degli demoni è da collocarsi all’inizio della creazione.
Ed è una realtà che perdura.
Dice ancora il CCC: “In conseguenza del peccato dei progenitori, il diavolo ha acquisito un certo dominio sull’uomo, benché questi rimanga libero. Il peccato originale comporta «la schiavitù sotto il dominio di colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo»” (CCC 407).
E: “La drammatica condizione del mondo che «giace» tutto «sotto il potere del maligno» (1 Gv 5,19), fa della vita dell’uomo una lotta: tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta incominciata fin dall’origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all’ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l’uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l’aiuto della grazia di Dio (GS 37)” (CCC 409).
6. Alla luce delle affermazioni che ti ho riportato, non è corretto dire che il diavolo sia il male personalizzato.
È una creatura, un angelo ribelle.
Così è ugualmente scorretto dire che il diavolo sia un simbolo e che la iniziale caduta e il finale giudizio possano avere più un significato "morale" o "concettuale" che cronologico e fattuale.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo