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Quesito

Caro Padre Angelo,
il 4 agosto leggevo alcuni cenni biografici sul Santo curato d’Ars e mi ha colpito molto questa frase:
«… il demonio fa poco conto della disciplina e degli altri strumenti di penitenza. Ciò che lo sbaraglia è la privazione del bere, nel mangiare e nel dormire. Niente il demonio teme di più e quindi nulla è più gradito a Dio! Quando ero solo, e lo sono stato per otto o nove anni, potendo fare un poco a mio piacimento, mi è capitato di non mangiare per diversi giorni… Allora ottenevo da Dio tutto ciò che volevo per me e per gli  altri»
Questa frase mi ha richiamato nei giorni successivi all’esigenza di affiancare alla preghiera alcune privazioni e mortificazioni che siano segno di carità viva verso il prossimo.
Lei ha affrontato il tema del digiuno anche nella risposta pubblicata in data 20.08.2011 Adesso che comincia la quaresima le chiedo schiettamente a che serva digiunare, in Varie – Spiritualità.
Il curato d’Ars sottolinea che ha potuto digiunare a suo piacimento quando era solo.
Così non avviene per chi è chiamato a svolgere il suo apostolato in famiglia, poiché potrebbe essere questione di lunghe e tortuose discussioni per non dire peggio.
Ad esempio a volte mi propongo di mangiare poco pane o a volte niente proprio, ma qualche volta non riesco a perseverare ed altre volte capita che la mamma prepari un’insalata con del pane a quel punto conviene che la mangi e ripeta a me stesso: obbedienza voglio e non penitenza…
Inoltre il medico specialista per il diabete che segue mia madre mi ha consigliato di spezzare il periodo che va dalla colazione al pranzo e da questi alla cena con uno spuntino, poiché ho manifestato alcune volte la tendenza ad avere dei cali di glicemia, che fanno presagire un’eventuale insorgenza di disturbi diabetici.
Accettare i consigli terapeutici e le indicazioni di una dieta può costituire atto di penitenza, anche quando richieda di mangiare qualcosa in più o un cibo più ricco?
Certo è che sto imparando anche in questo periodo che il nostro corpo è tempio dello Spirito Santo ed inoltre la salute sia necessaria spesso per portare avanti le nostre azioni di carità.
Così cerco di curarmi di più della salute.
Altre volte propongo di pregare in ginocchio per almeno una mezz’ora o una terza parte del Santo Rosario. Ultimamente in ciò riesco alzandomi un’oretta prima al mattino pregando in camera mia quando la mamma dorme ancora.
Per quanto concerne la preghiera in questi ultimi tempi mi sono sentito maggiormente chiamato a pregare di più.
La saluto e la ricordo volentieri nelle mie preghiere


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. l’esempio dei santi costituisce indubbiamente un grande magistero.
Talvolta rimaniamo affascinati dagli aspetti più miracolistici e corriamo il rischio di perdere di mira il motore di tutta la loro vita così straordinaria.
Tu hai letto qualcosa del S. Curato d’Ars e ti è subito venuto in mente di imitarlo.
Ma dico subito che se lo devi imitare nell’esempio della carità e della preghiera, non puoi fare altrettanto per la sua penitenza.

2. Va ricordato infatti che il S. Curato d’Ars aveva una costituzione fisica particolarmente vigorosa ed eccezionale.
Un solo esempio: dormiva pochissimo. Negli ultimi decenni della sua vita (morì a 73 anni), quando le confessioni si intensificarono,  gli erano sufficienti due o tre ore di sonno.
È chiaro dunque che non può essere seguito per questa strada.

3. Nelle Lettere di Santa Caterina da Siena troviamo un insegnamento molto bello sulla penitenza.
La nostra Santa dice che “la penitenza si deve pigliare per strumento e usare per aumentare la virtù e per mortificare il corpo, ma non per principale affetto: chi fa altrimenti inganna molto sé medesimo” (Lettera 340).
E ancora: “Se pongo il mio fondamento sulla penitenza corporale io edifico la città dell’anima sopra l’arena, e ogni piccolo vento la getta a terra, e nessuno edificio vi posso porre su. Ma se io edifico sopra le virtù, fondando l’edificio sopra la viva pietra Cristo dolce Gesù, non c’è nessuna costruzione tanto grande che non stia su bene, né vento sì contrario che mai l’atterri” (Lettera 213).
“Non credete, né cada nella vostra mente che io spregi la penitenza corporale. No, anzi la raccomando, qualora sia presa per strumento, come si è detto: ma non come principale affetto. In altro modo ne riceveremmo moltissimi inganni” (Lettera 340).

4. Ho letto che un giorno il diavolo disse a San Macario (un  padre del deserto): “Non è per i tuoi digiuni che trionfi su di me, perché tu digiuni qualche volta e io sempre. Non è per le veglie perché tu vegli qualche volta e io sempre, ma è per la tua umiltà”.

5. Con questo non dico che la penitenza non sia necessaria. Gesù ha detto che certa specie di demoni si scaccia solo con la preghiera e con il digiuno” (Mt 17,21). Ma bisogna fare una penitenza che favorisca un amore e una carità ancora più grandi.
Pertanto se a motivo delle tue decisioni e delle pratiche nel digiunare nascono in casa discussioni, incomprensioni e litigi, se ne vanifica lo scopo fin dal principio.
Per questo il Signore ha detto: “Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6,17-18).

6. Pertanto fai le penitenze, ma nascondile agli occhi altrui e non parlarne con nessuno se non al di fuori del tuo confessore o direttore spirituale per averne il consenso.

7. Mi chiedi un parere circa quello che ti ha detto il dietologo: anche qui non vi sono criteri uguali per tutti, perché ognuno ha la propria costituzione fisica. Sicché per qualcuno potrebbe essere bene interrompere il digiuno tra un pasto e l’altro (e questo potrebbe essere il tuo caso) e per altri no (come per esempio nel mio).
Senti anche a questo proposito che cosa dice Santa Caterina: “Lo Spirito Santo che ci chiama e ci guida in diversi modi: chi per la via della penitenza e chi in altro modo, e chi con poca e chi con molta, secondo la possibilità della natura; e alcuni se ne vanno solo con l’infuocato desiderio del cuore. E questi sono quelli che fanno il più grande guadagno: corrono tutti illuminati, liberi e senza pena, perché hanno uccisa la volontà loro. Non dànno giudizi, ma godono di vedere tanta diversità e modi nei servi di Dio perché vedono che nella casa del Padre nostro vi sono molte mansioni” (Lettera 340).

8. Vai pure avanti nella pratica di recitare il santo Rosario in ginocchio sul pavimento all’interno della tua camera.
Quando arrivi al Gloria al Padre potresti anche inchinarti a terra e baciarla per i peccatori così come chiedeva la Madonna a S. Bernadetta.
Anche questa pratica la farai quando nessuno ti vede.

9. Per le pratiche penitenziali ti suggerisco di compiere molti atti di umiltà: ad esempio assecondare tua madre in tutti i suoi desideri (evidentemente non contrari alla legge di Dio!), non sbuffare – neanche per conto tuo – nei contrattempi o nelle contrarietà della giornata, ricordando quello che la liturgia della Chiesa recita nell’orazione della domenica IX del tempo ordinario: Deus, cuius providentia in sua dispositione non fallitur” (“O Dio che nella tua provvidenza tutto disponi secondo il tuo disegno di salvezza”).
Si sa di Santa Bernadette che quando si trovava a Bartrés era spesso maltrattata, ma non si lamentava mai. Le fu chiesto il motivo e lei rispose con molta semplicità: “perché pensavo che quando Dio lo permette non ci si deve lamentare”.

10. Ecco, carissimo, un piccolo indirizzo penitenziale in occasione della festa della Santa Croce (14 settembre), giorno in cui i religiosi degli antichi ordini cominciavano il tempo dei digiuni per concluderla alla veglia pasquale.

Ti ringrazio per le preghiere. Ne ho immenso bisogno.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo