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Quesito
Buonasera padre Angelo,
sono Stefano e le scrivo da Firenze.
Ci sentimmo tramite mail ad inizio anno per l’iscrizione alla Confraternita del Santo Rosario. Lei mi inviò la pagellina, con la data di iscrizione e la sua firma.
A seguire, mi sono iscritto all’Ora di Guardia del Rosario Perpetuo di Santa Maria Novella a Firenze. Ho scelto il giorno e l’ora del mese in cui mi soffermo durante l’orario da me deciso, a recitare il Rosario.
Felicissimo della scelta! Amo il Rosario.
È la prima preghiera che recitai al momento della mia conversione a ….
Quindi sono un figlio del Rosario, guarito e miracolato da Maria Santissima e dal Rosario, sua preghiera prediletta.
Stasera in santa Maria Novella c’è stata la celebrazione solenne dell’Ora di Guardia… un momento bellissimo, per me la prima volta, con i commenti dei misteri della gloria a cura di un suo confratello domenicano. Alla fine processione con le candele accese dentro la basilica… momenti di grande grazia! A seguire celebrazione eucaristica, molto bella, solenne.
Felicissimo di aver conosciuto una piccola parte di spiritualità domenicana, attraverso questi momenti di intensa spiritualità.
Mi piacerebbe padre Angelo tornare in santa Maria Novella, mi sono trovato molto bene anche per la celebrazione eucaristica. Ho chiesto al padre domenicano, e loro recitano sempre prima della Messa il Rosario.
Nella mia parrocchia non viene più recitato da diverso tempo, solo Messa, senza il Rosario. Ed invece per me il Rosario prima della Messa è importante.
Voi domenicani avete uno spirito mariano molto forte, spirito che purtroppo non trovo nella mia parrocchia.
(…)
La ringrazio infinitamente,…
Dio la benedica, attraverso Maria Santissima, Regina del Santo Rosario.
Stefano.
Risposta del sacerdote
Caro Stefano,
1. sono contento della bella esperienza che hai fatto nella Chiesa dei domenicani di Santa Maria Novella in Firenze.
Il Rosario fa parte della spiritualità domenicana. Secondo la tradizione la Madonna l’ha consegnato al nostro Santo Padre Domenico.
Inizialmente fu ispirato come forma di predicazione. Poiché la predicazione durava ore e talvolta anche un’intera giornata si iniziò ad intervallare la predicazione con la recita della Salutazione Angelica, che a quei tempi comprendeva solo la prima parte dell’Ave Maria.
La gente era munita di cordicelle con dei grani per cui poteva contare le Ave Maria e fermarsi al momento prefissato.
Questo intervallo permetteva sia al predicatore sia agli ascoltatori di riposarsi un tantino e nello stesso tempo lasciar penetrare nel cuore ne ella mente quanto si era ascoltato e anche a tradurlo in preghiera.
Così, da forma di predicazione il Rosario divenne preghiera personale e comunitaria.
2. I domenicani hanno sempre sentito come loro preciso compito pregare con il Rosario e propagarlo.
Come forse saprai, la corona del Rosario entra come costitutivo del nostro abito. La tonaca dei frati viene stretta ai fianchi con una cintura dalla quale pende la corona di 150 grani, perché il Rosario fin dall’inizio è stato considerato il Salterio mariano. E come i salmi sono 150, anche le Ave Maria del Rosario sono 150, suddivise in 15 misteri, di cui cinque sono gaudiosi, cinque dolorosi e cinque gloriosi. Questa è la corona del Rosario classica e domenicana.
Giovanni Paolo II ha dato la possibilità di sostituire i misteri menzionati con i cinque misteri della luce.
Non ha inteso modificare la corona del Rosario e portarla a venti misteri.
Anzi, ha affermato “questa integrazione di nuovi misteri, senza pregiudicare nessun aspetto essenziale dell’assetto tradizionale di questa preghiera, è destinata a farla vivere con rinnovato interesse nella spiritualità cristiana, quale vera introduzione alla profondità del Cuore di Cristo, abisso di gioia e di luce, di dolore e di gloria” (Rosarium Virginis Mariae, 19).
Senza pregiudicare: ciò significa che l’assetto tradizionale del Rosario rimane intatto. Sapeva bene Giovanni Paolo II che coloro che aderiscono alla confraternita del Santissimo Rosario, e nel mondo sono milioni e milioni, sono impegnati a recitare un Rosario intero (vale a dire 15 misteri) nell’arco di una settimana. Non intendeva pertanto mutare l’impegno.
Per cui si recita un Rosario intero nell’arco della settimana anche se si dicono, ad esempio, i misteri gaudiosi, dolorosi e della luce.
Né ha inteso modificare la struttura della corona del Rosario portandola a 200 grani, anziché a 150.
Il Rosario rimane sempre il Salterio mariano.
3. Come saprai, la Confraternita del Rosario è una Confraternita propria dell’Ordine domenicano e rende i suoi membri partecipi dei meriti legati alla predicazione, alla vita e alla preghiera di tutta la grande famiglia di San Domenico, a partire da quella che si trova in cielo.
Inoltre in tutte le chiese domenicane c’è un altare dedicato appositamente alla Madonna del Santo Rosario, che è la titolare del nostro Ordine. Nelle chiese moderne dei domenicani dove obbligatoriamente si trova solo un altare, ugualmente è venerata la Madonna del Rosario attraverso un’immagine scultorea o un dipinto.
4. Le nostre Costituzioni menzionano più volte la preghiera del Rosario.
Si legge infatti: “ai frati stia a cuore la devozione tradizionale nel nostro Ordine alla vergine madre di Dio, regina degli apostoli ed esempio di meditazione delle parole di Cristo e di docilità alla propria missione.
Recitino ogni giorno la terza parte del Rosario in comune o privatamente, secondo la determinazione del capitolo provinciale, osservando la giusta subordinazione alla liturgia. Questa forma di orazione conduce alla contemplazione del mistero della salvezza, nel quale la vergine Maria è intimamente unita all’opera del suo Figlio” (Costituzioni 67,2).
Ulteriormente: “Poiché il Rosario mariano è una via che conduce alla contemplazione dei misteri di Cristo e una scuola di formazione alla vita evangelica, va ritenuto come una forma di predicazione rispondente allo spirito dell’Ordine; in esso viene esposta la dottrina della fede sotto l’aspetto della partecipazione della Beata Vergine Maria al mistero di Cristo e della Chiesa.
Perciò i frati predichino con fervore la pratica del Rosario, che è una nota peculiare dell’ordine, affinché diventi sempre più fiorente e promuovano le sue associazioni” (Costituzioni 129).
Tra le varie forme di suffragio per i defunti si legge: “per gli stessi defunti, una volta la settimana tutti i frati recitino la terza parte del Rosario” (Costituzioni 71,3). “Terza parte”. significa cinque misteri, poiché il Rosario è costituito di 15 misteri
A proposito dell’abito si legge: “L’abito dell’Ordine è composto di una tonaca bianca con scapolare e cappuccio anch’essi bianchi, cappa e cappuccio neri e cintura di cuoio col Rosario” (Costituzioni 50). Come si vede, il Rosario è un elemento dell’abito dei domenicani.
5. In passato, quando la messa era in latino ed era celebrata sottovoce dal sacerdote, l’attenzione e la devozione dei fedeli veniva aiutata dalla recita personale e anche comunitaria del Santo Rosario.
La riforma liturgica promossa dal concilio Vaticano II ha voluto che la Parola di Dio nella celebrazione eucaristica diventasse pascolo e nutrimento per la vita spirituale di tutti.
Ha disposto inoltre che la preghiera eucaristica fosse intesa dai fedeli recitandola ad alta voce.
Dando ad ogni cosa il dovuto risolto, sarebbe una stonatura mettersi a pregare con il Rosario mentre viene celebrata la Messa, la quale esige la partecipazione dei fedeli ai singoli riti recitando insieme alcune preghiere e rispondendo puntualmente alle varie acclamazioni.
6. Per questo il santo Papa Paolo VI nella Marialis Cultus ha scritto: “La meditazione dei misteri del Rosario, rendendo familiari alla mente e al cuore dei fedeli i misteri del Cristo, può costituire un’ottima preparazione alla celebrazione di essi nell’azione liturgica e divenirne poi eco prolungata. È, tuttavia, un errore, purtroppo ancora presente in qualche luogo, recitare il Rosario durante l’azione liturgica” (MC 48).
Anch’io, personalmente per prepararmi alla celebrazione della Messa non trovo di meglio che la recita del Rosario. Mi permette di ricordare tutto e di ricordare tutti.
Ugualmente quando faccio il ringraziamento, che è come il prolungamento della Comunione, per aiutarmi a stare per un determinato spazio di tempo con il Signore prego ancora con il Santo Rosario.
7. Parimenti trovo sempre fruttuosa l’adorazione a Gesù presente nel Sacramento tenendo in mano la corona del Santo Rosario. Aiuta ad adorare Gesù Cristo nei vari eventi della sua vita dalla postazione migliore e a lui più gradita: il cuore di Maria.
In questo senso mi piace ricordare un documento della Penitenzieria Apostolica (8 marzo1996) nel quale si legge: “La prassi di pregare col Santo Rosario (…) davanti al Santissimo Sacramento, sia conservato sia esposto (…) è da lodare perché in tal modo ad un tempo si adora il Signore nostro Gesù Cristo presente e si venera la beatissima vergine Maria con preghiere che sono essenzialmente bibliche (Padre nostro, Ave Maria nella sua prima parte e i misteri della salvezza).
Pertanto continuando nella pia consuetudine i fedeli faranno ottima cosa”.
Ti ringrazio avermi dato la possibilità di parlare del Santo Rosario soprattutto nella sua attinenza con l’Ordine domenicano e con la vita di preghiera di ognuno.
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo