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Quesito

Caro Padre Angelo,
Le già chiesto alcuni chiarimenti in materia di diritto canonico e la ringrazio ancora per la chiarezza. Le pongo ora un diverso quesito.
Io appartengo al Movimento Domenicano del Rosario (attraverso internet ho conosciuto l’associazione e mi sono impegnato a recitare le Corone del Rosario richieste) e mi chiedo ora:
– cosa vuol dire appartenere ai terziari domenicani?;
– che condizioni sono necessarie? (io sono marito e padre);
– che obblighi bisogna assumere?;
– come capire se la mia è una semplice curiosità ovvero può essere anche qualche cosa da approfondire di più?
Grazie in anticipo per l’attenzione che mi presterà.
Fabrizio.


Risposta del sacerdote

Caro Fabrizio,
1. Intanto il mio compiacimento perché fai parte del Movimento Domenicano del Rosario. Il Rosario è profondamente legato all’Ordine domenicano. È una preghiera tipica della nostra spiritualità. Il beato Bartolo Longo, il fondatore del santuario della Madonna del Rosario di Pompei era anche terziario domenicano. Qualcuno ha definito l’opera di Pompei come il trionfo del terz’Ordine domenicano. Sono contento anche che tu dica tutti i giorni le Corone. Penso che con quest’espressione tu alluda al Rosario intero. Giovanni Paolo II in Rosarium Virginis Mariae ha scritto: “Ad esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto”. Penso che questa sia anche la tua esperienza. Adesso vengo a rispondere alle tue specifiche domande sull’essere terziari domenicani.

2. – cosa vuol dire appartenere ai terziari domenicani? I terziari domenicani, chiamati oggi con il nome di laici di san Domenico, sono persone che vivono nel secolo, sposate o celibi, svolgono la loro professione come tutti gli altri cittadini e si impegnano a perseguire la propria salvezza e quella del loro prossimo secondo lo spirito di san Domenico e secondo una Regola approvata dall’Ordine e dalla Chiesa.
Nella Costituzione fondamentale dei Laici domenicani si legge che essi “si contraddistinguono in modo peculiare nella Chiesa, sia per la propria vita spirituale sia per il servizio di Dio e del prossimo. Quali membri dell’Ordine ne partecipano la missione apostolica con lo studio, la preghiera e la predicazione, secondo la condizione propria dei laici” (n. 4). Fanno parte dell’Ordine domenicano e si raggruppano in fraternite o comunità e, con gli altri ceti dell’Ordine (congregazioni di suore e affiliazioni), costituiscono un’unica Famiglia, la famiglia domenicana.

3. – che condizioni sono necessarie per diventare terziari? (io sono marito e padre); “I requisiti per essere ammessi alla Fraternita laica di S. Domenico sono: a) desiderio di progredire nella perfezione evangelica secondo il proprio stato; b) maturità psicologica e morale; c) consapevolezza della propria vocazione come chiamata dello Spirito a vivere, nel mondo, la vita laica secondo il progetto di S. Domenico; d) interesse per l’acquisizione dello stile di vita, della mentalità e della spiritualità dell’Ordine, e per il carisma di S. Domenico; e) età minima di anni 18, salvo dispensa del Consiglio su proposta del Priore della Fraternita; f) non appartenenza attuale ad altro Ordine e intenzione analoga per il futuro.

4. – che obblighi bisogna assumere? Gli impegni del terziario sono i seguenti: a) l’ascolto della Parola di Dio e la lettura della Sacra Scrittura, soprattutto del Nuovo Testamento; b) la partecipazione, possibilmente quotidiana, alle celebrazioni liturgiche e al sacrificio eucaristico; c) il frequente ricorso al sacramento della riconciliazione; d) la celebrazione della liturgia delle ore in comunione con tutta la Famiglia Domenicana (evidentemente se c’è la possibilità, nota della redazione), e l’orazione in privato, come la meditazione e il Rosario; e) la conversione del cuore secondo lo spirito della penitenza evangelica; f) lo studio assiduo della verità rivelata e la costante riflessione sui problemi del proprio tempo alla luce della fede; g) la devozione alla B. V. Maria, secondo la tradizione dell’Ordine, al S. Padre Domenico e a S. Caterina; h) la partecipazione ai ritiri spirituali periodici.

5. – Come capire se la mia è una semplice curiosità ovvero può essere anche qualche cosa da approfondire di più? Anche il diventare terziario è una chiamata da parte del Signore. Questa chiamata si manifesta attraverso tanti segni, di cui te ne indico qualcuno: – l’attrazione, – il sentirsi adatti, – la volontà di essere aiutati da una grande famiglia, – l’affetto alle figure dei santi domenicani, – la gioia nel pre-sentirsi all’interno di questa grande famiglia. Alcuni si sono fatti terziari semplicemente perché l’Ordine domenicano è legato al Rosario e alla devozione a Maria (questo è stato il caso di San Luigi Grignion de Montfort). Un giovane che sta facendo qualche pensiero al terz’Ordine domenicano mi dice che passa le ore più belle della sua vita nello studio della teologia e nel parlare di fede al suo prossimo. Ebbene, questo amore appassionato di Dio e questo zelo per la salvezza del prossimo sono le caratteristiche del domenicano, frate, monaca o laici.

6. Come ho già fatto altre volte, desidero riportare lo stralcio di una lettera di Pier Giorgio Frassati a un amico nella quale lo invitava a farsi terziario: “Sono contentissimo che tu voglia far parte della grande famiglia di San Domenico, dove come dice Dante, «ben s’impingua se non si vaneggia». Gli obblighi sono piccolissimi, altrimenti dovresti capire che io non potrei appartenere ad un Ordine che obbligasse molto. Quando il Santo istituì il Terz’Ordine lo istituì come una milizia per combattere contro gli eretici; allora avevano delle regole molto severe – seguiva quasi l’antica regola dei Primo Ordine -, ma ora è stata trasformata, non v’è più rimasta traccia di obblighi severi. Bisognerebbe recitare ogni giorno l’Ufficio Domenicano della Madonna oppure il Rosario, ma anche questo senza commettere alcun peccato mortale se deliberatamente tu un giorno o parecchi giorni lo tralasciassi di recitare. Spero che tu faccia la vestizione nel magnifico tempio di Torino ed allora sarò vicino a te per darti l’abbraccio fraterno: poiché tu, che già sei a me legato dai vincoli della fratellanza per il sangue di nostro Signore Gesù Cristo, lo sarai doppiamente anche per avere comune con me per padre San Domenico. Mi piacerebbe molto che tu assumessi il nome di fra Girolamo, perché mi ricorda una figura a me cara e certamente anche a te, che hai comune a me gli stessi sentimenti contro i corrotti costumi: la figura di Girolamo Savonarola, di cui io indegnamente porto il nome. Ammiratore fervente di questo frate, morto da santo sul patibolo, ho voluto nel farmi terziario prenderlo come modello, ma purtroppo sono ben lungi da imitarlo. Pensaci e poi scrivimi le tue idee in proposito. …Ossequi ai tuoi e a te mille cose in Cristo Gesù. Fra Girolamo”. Come avrai notato, nel momento in cui si entra nel Terz’Ordine viene dato un nome nuovo. In genere il nome di un Santo domenicano. Pier Giorgio prese il nome di Girolamo, in memoria di Girolamo Savonarola. Con gli amici più stretti si firmava Fra Girolamo.

7. Anch’io, come Pier Giorgio nei confronti dell’amico, sarei contentissimo che tu facessi parte della grande famiglia di San Domenico. Negli Statuti del Terz’Ordine si legge che il terziario deve considerarsi figlio prediletto di San Domenico. Intanto affido questa causa a Colui che fin d’ora chiamo il comune Padre (san Domenico) e a santa Caterina da Siena. Ti benedico. Padre Angelo