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Quesito
Carissimo Padre Angelo
mi chiamo Vzo e le scrivo da P. dietro il suggerimento del mio confessore.
Ho 3 figli, l’ultimo ha 40 giorni, e anche questo nato con un cesareo.
Il ginecologo ha suggerito di non avere più altri figli in quanto l’utero è gravemente danneggiato, e un’altra gravidanza metterebbe a rischio gravemente la salute di mia moglie.
Volendo fare la volontà di Dio, cosa dobbiamo fare? non avere più rapporti matrimoniali, e praticare la castità perfetta, o avere rapporti aperti alla vita e affrontare i rischi di un’altra gravidanza affidandoci alla misericordia di Dio?
Vede, a una coppia di amici nostri, ai quali il loro ginecologo ha vietato per ragioni di salute un’altra gravidanza nei prossimi 3 anni, il loro confessore ha suggerito che “non volendo Dio privarli dell’atto unitivo” avrebbero potuto usare per questi 3 anni un anticoncezionale.
La cosa non mi quadra.
Io sono convinto che Dio volendo farci crescere nello spirito, ci ha dato una mano, una grazia. Ma fino a che punto? Come coppia non siamo preparati, ci siamo convertiti da poco, quindi abbiamo un trascorso di rapporti prematrimoniali, uso di contraccettivi e vari dopo il matrimonio. Da circa 1 anno abbiamo avuto rapporti aperti alla vita e delicati, consapevoli di essere collaboratori di Dio nella creazione, ed il nostro 3 figlio è uno dei frutti della ns conversione.
Le sarei grato se potesse darci il suo parere.
Sia lodato Gesù Cristo.
Risposta del sacerdote
Caro Vzo,
1. tra il non avere più rapporti sessuali e l’uso dei contraccettivi c’è una strada percorribile, ed è quella del ricorso ai metodi naturali, vale a dire ai cicli di fertilità e infertilità.
Anche nel caso che il ciclo di tua moglie sia alquanto sballato, si può giungere con sicurezza a determinare almeno qualche giorno di assoluta infertilità.
Tra questo metodo e la contraccezione c’è una differenza enorme. Nel primo caso ci si comporta come ministri di Dio e di una legge che ci trascende.
Nel secondo caso ci si rende arbitri del proprio corpo, si snatura il significato del rapporto sessuale e si profana la propria persona oltre che quella del coniuge.
2. Mi dici che a una coppia di amici, ai quali il medico ha scongiurato di non avere altri figli almeno per l’arco di tre anni, il sacerdote confessore avrebbe detto che in tal caso possono prendere un contraccettivo.
Chissà se il confessore avrà detto proprio così!
Ma se l’avesse detto, certamente il sacerdote ha commesso un grosso errore.
Come sai, il sesto comandamento dice: Non commettere atti impuri.
Nessun sacerdote ha il potere di dispensare dalla legge di Dio, neanche il Papa.
Giovanni Paolo II, nell’enciclica Veritatis splendor, ha parlato del valore obbligante dei precetti negativi, e cioè di quelli che proibiscono di compiere il male, un’azione cattiva.
E ha scritto: “I precetti negativi della legge naturale sono universalmente validi: essi obbligano tutti e ciascuno, sempre e in ogni circostanza. Si tratta infatti di proibizioni che vietano una determinata azione semper et pro semper, senza eccezioni, perché la scelta di un tale comportamento non è in nessun caso compatibile con la bontà della volontà della persona che agisce, con la sua vocazione alla vita con Dio e alla comunione col prossimo. È proibito ad ognuno e sempre di infrangere precetti che vincolano, tutti e a qualunque costo, a non offendere in alcuno e, prima di tutto, in se stessi la dignità personale e comune a tutti” (VS 52) “La fermezza della Chiesa, nel difendere le norme morali universali e immutabili, non ha nulla di mortificante… Di fronte alle norme morali che proibiscono il male intrinseco non ci sono privilegi né eccezioni per nessuno. Essere il padrone del mondo o l’ultimo “miserabile” sulla faccia della terra non fa alcuna differenza: davanti alle esigenze morali siamo tutti assolutamente uguali” (VS 97).
3. Se assolutamente non fosse percorribile in nessun modo la via dei ritmi naturali di infertilità, e si dovesse scegliere tra la castità perfetta e la contraccezione per un cristiano non c’è alcun dubbio: va scelta la prima strada. Anche perché l’amore vicendevole non si esprime unicamente nei rapporti sessuali.
E poi non dobbiamo anteporre nulla all’obbedienza a Dio. È questione di amore.
Mi dici che da poco vi siete convertiti al Signore.
Mi dici che avete dei trascorsi disordinati in materia.
Sono convinto però che nonostante tutti i trascorsi disordinati, sentiate la forza della grazia di Dio. Dio non comanda cose impossibili.
E se, nonostante la vostra buona volontà, succedesse che vi sia qualche caduta, non abbiate la presunzione di cambiare i dieci comandamenti, riconoscete che si tratta di un’impurità che profana la santità del matrimonio e delle vostre persone. E accostatevi con grande umiltà al sacramento della Confessione.
4. Se vuoi bene alla coppia di amici di cui mi hai parlato, dì loro di non fidarsi di quanto avrebbe detto il confessore. Forse non hanno capito bene. Se invece sostenessero di aver capito bene, dì loro che il confessore non ha il potere di mutare la legge di Dio.
E che in ogni caso è meglio per loro che si accostino alla Confessione e non facciano la Santa Comunione senza avere l’anima pura e in stato di grazia.
Anche a questo proposito ti riporto un passo del Magistero di Giovanni Paolo II: “Emerge a tale proposito una grave responsabilità: coloro che si pongono in aperto contrasto con la legge di Dio, autenticamente insegnata dal magistero della Chiesa, guidano gli sposi su una strada sbagliata. Quanto è insegnato dalla Chiesa sulla contraccezione non appartiene a materia liberamente disputabile tra i teologi. Insegnare il contrario equivale a indurre nell’errore la coscienza morale degli sposi” (5.5.1987).
Il Vademecum per i confessori del Pontificio Consiglio per la famiglia (12.2.1997) scrive: “La Chiesa ha sempre insegnato l’intrinseca malizia della contraccezione, cioè di ogni atto coniugale intenzionalmente infecondo. Questo insegnamento è da ritenere come dottrina definitiva ed irreformabile. La contraccezione si oppone gravemente alla castità matrimoniale, è contraria al bene della trasmissione della vita (aspetto procreativo del matrimonio), e alla donazione reciproca dei coniugi (aspetto unitivo del matrimonio), ferisce il vero amore e nega il ruolo sovrano di Dio nella trasmissione della vita umana” (n. 2.4)”.
Ti ringrazio della fiducia, prometto una particolare preghiera per te e per la tua bella famiglia, perché possa progredire sempre di più nelle vie del Signore. Non c’è niente di più bello.
Vi benedico tutti.
Padre Angelo