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Sacerdote e dottore della Chiesa (1225-1274) – festa 28 gennaio
Sbocciato a pochi anni dalla morte di san Domenico dai conti d’Aquino, Tommaso era destinato a realizzare perfettamente l’ideale dell’ardente Spagnolo: “Contemplata aliis tradere”.
Dopo una permanenza nell’abbazia benedettina di Montecassino dove riceve la prima educazione religiosa e umanistica, passò all’università di Napoli; il contatto con fra Giovanni di San Giuliano gli fece prendere coscienza della sua vocazione apostolica e superando l’accanita opposizione dei familiari, fu a Colonia, allievo di Sant’Alberto Magno (1248-52). A trentun anni siede con il grado di maestro sulla cattedra parigina di teologia, che diverrà faro di luce , avamposto della sapienza, convegno e teatro di appassionate lotte. Tommaso alterna l’insegnamento con un’efficace predicazione e tempestivi interventi presso la curia romana. Vincolato a San Bonaventura da cordiale amicizia, cadde ammalato mentre – come lui – si avviava al Concilio di Lione. Morì nell’abbazia di Fossanova il 7 marzo 1274.
Fu canonizzato il 18 luglio 1323, da Giovanni XXII, proclamato dottore della Chiesa da san Pio V nel 1567 e patrono delle scuole cattoliche da Leone XIII nel 1879.
La tradizione cattolica e il magistero pontificio è unanime nel riconoscere in lui il “dottore” per eccellenza (doctor communis) e la sua opera è additata come l’espressione massima del pensiero cristiano.
“In lui la Scienza e la santità sono un egual riflesso della divina bellezza che la Sapienza Divina irradia con inesauribile fecondità di bene. Senza alcun dubbio alcuno, nella storia della cultura egli segna una mirabile vittoria dello spirito: amorosamente accogliendo ogni particella di verità sparsa nel mondo della cultura, non solo ne fa una sintesi armoniosa e pura, ma – con eroica coerenza morale – la vive e fa toccare con mano che la contemplazione costruttiva ed operosa non è vana parola” (Pera)
Oggi si commemora la deposizione delle reliquie di san Tommaso (1369) a Tolosa, nella chiesa a lui dedicata (les Jacobins). Trasportate durante la rivoluzione francese nella cripta di Saint-Sernin (1792), ritornarono finalmente nel 1974 alla loro sede primitiva.