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Quesito
P. Bellon,
siccome il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo, Dio dimora in noi (quando siamo in grazia), noi siamo il tabernacolo in cui abita il Signore e quindi adoriamo Dio presente in noi.
E se è giusta questa riflessione, che differenza c’è tra l’adorazione al tabernacolo in Chiesa e quella dentro di noi?
Grazie
Dio la benedica.
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. c’è differenza tra i due modi di essere più presente.
Va ricordato innanzitutto che questa presenza di Dio è legata a quanto egli stesso ha detto.
A proposito dell’anima in grazia ecco le parole di Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23).
Per l’eucaristia invece ha detto: “Questo è il mio corpo” (Mt 26,26).
2. Dalle parole stesse del Signore possiamo comprendere la differenza.
Nell’anima, Dio è presentemediante la grazia.
Ed è in ragione del grado di grazia che Dio è più o meno presente nell’anima di una persona.
Gesù ha legato la sua presenza all’amore, alla carità. Ha detto infatti: “Se uno mi ama”.
Ora non tutti amano nello stesso modo e proprio per questo ci può essere crescita nella presenza di Dio in noi.
3. Nell’Eucaristia invece Dio è presente direttamente.
La sua presenza è legata al potere divino conferito nell’ordinazione sacerdotale e alle parole stesse di Gesù.
Ora il potere divino di consacrare e di rimettere i peccati è donato a tutti i sacerdoti in maniera uguale.
Sant’Alfonso dei Liguori diceva che se in un confessionale ci fosse Gesù in persona a dare la assoluzione e nel confessionale accanto ci fosse un sacerdote, magari in peccato mortale, la remissione dei peccati è identica.
La stessa cosa vale anche per l’Eucaristia. L’efficacia della consacrazione non dipende dallo stato di grazia posseduto dal sacerdote. La consacrazione fatta da un sacerdote santo non ha maggiore efficacia di quella compiuta da un sacerdote in peccato mortale.
Qui non è possibile una crescita.
4. Ciò non significa che la Messa celebrata da un sacerdote Santo non sia più edificante di quella di un sacerdote che ha celebrato in maniera frettolosa e distratta.
Sotto questo aspetto il bene che ne ricevano i fedeli è diverso. Ma quanto al potere divino di consacrare tutti ce l’hanno nel medesimo modo.
5. Questo è il motivo per cui dinanzi alla particola consacrata si adora.
Mentre dinanzi ad ogni persona, indipendentemente dallo stato di grazia, è dovuto rispetto.
Il segno esterno è mostrato anche da quanto comanda la disciplina della Chiesa: davanti a Gesù nel sacramento si adora e si genuflette.
Mentre non facciamo la genuflessione quando passiamo davanti alle persone.
6. Ciò non toglie che le parole che tu hai riportato siano vere: l’anima in grazia diventa tempio di Dio.
L’ha detto San Paolo: “Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!” (1 Cor 6,19-20).
E: “Noi siamo il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo” (2 Cor 6,16).
E ancora. “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?”
7. in forza del battesimo tutti diventiamo tempio dello Spirito Santo. Ma c’è un tempio più bello dell’altro.
Inoltre questo tempio può essere distrutto attraverso i cattivi predicatori che anziché costruire demoliscono, come avverte la Bibbia di Gerusalemme a proposito di queste altre parole proferite da San Paolo: “Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi” (1 Cfr 3,17).
Può essere distrutto anche attraverso il peccato mortale compiute dai singoli. In tal caso, perdendo lo stato di grazia, si perde anche la presenza personale di Dio e noi.
Nell’Eucaristia invece, per quanto possa essere profanata come avviene nelle cosiddette Messe nere compiute con riti satanici, la presenza di Cristo rimane intatta.
8. La tua mail mi dà l’opportunità di ricordare che sempre possiamo adorare Dio all’interno di noi e che questa è una delle attività più alte e più belle compiute dai credenti.
Gesù ha detto: “Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità” (Gv 4,24).
E proprio per questo San Pietro dice: “Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1 Pt 3,15).
L’adorazione di Cristo nell’Eucaristia, come atto di culto, è ordinata a rendere sempre più forte la presenza personale di Dio all’interno del nostro cuore.
Con l’augurio che la presenza di Dio cresca sempre di più dentro di noi tutti, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo