Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Caro Padre Angelo,
In un forum è sorta una discussione piuttosto aspra tra credenti e atei e sono cominciati ad uscire fuori gli argomenti sui miracoli. A un certo punto un ateo ha cominciato a lanciare accuse sul fatto che la Chiesa non autorizza l’analisi del Sangue di San Gennaro. A ciò ho risposto che quello non è un miracolo riconosciuto ufficialmente e che i miracoli sono un aiuto alla fede e non il fondamento della fede.
L’ateo ha cominciato a provocarmi dicendo “se i miracoli non sono il fondamento della fede allora un qualsiasi libro potrebbe essere il fondamento della fede”. Di istinto ho replicato che se anche uno vede 1000 miracoli e non ha fede quei 1000 miracoli gli serviranno a poco.
Tuttavia ci ho riflettuto un po’ e mi è venuto il dubbio di avere commesso un errore teologico grave. Spero non sia un grosso peccato! (ad ogni modo lui sapeva che io ero un praticante legale, non un teologo). A sostegno delle mie convinzioni c’era semplicemente il fatto che io credo anche se non ho mai visto Gesù resuscitare dai morti (forse è questo l’unico miracolo FONDANTE il cristianesimo). Forse le sembrerà strano ma questa riflessione, scaturita dalla domanda di un ateo, mi ha fatto rendere conto che la fede è veramente un DONO di Dio. Nessuno mi può dare prove scientifiche che Cristo è risorto, eppure io (stranamente) ci credo. Non penso sia un atto di superbia il mio (almeno spero), però interrogarmi su cosa si basa la mia fede mi ha un po’ stupito e mi ha fato per un attimo pensare al fatto che i credenti sono “fortunati” a credere!!!
Risposta del sacerdote
Caro Pietro,
1. sostanzialmente non hai detto alcun errore.
Non sono i miracoli il fondamento della nostra fede.
Fondamento della nostra fede non sono neanche le sacre Scritture o le parole del Signore.
San Tommaso dice che anche quelli che ascoltavano direttamente la parola del Signore avevano bisogno di un aiuto interno dello Spirito Santo che li muovesse a credere.
2. Il motivo è semplice.
La fede fa aderire a verità di ordine soprannaturale, superiori pertanto alla portata della ragione che conosce le realtà che le sono proporzionate, e cioè quelle di ordine naturale.
Inoltre la fede ci fa aderire a realtà che per ora sono inverificabili. Per quanto uno si metta ad analizzare una particola consacrata, non vedrà mai il Signore.
3. I miracoli possono essere di due specie.
– vi possono essere miracoli che sono soprannaturali nella realtà che viene prodotta e sono soprannaturali anche nel modo in cui vengono prodotti.
Appartengono a questa specie di miracoli la transustanziazione eucaristica e la risurrezione di nostro Signore.
Questi miracoli, dal momento che non si vedono perché appartengono all’ordine soprannaturale, non sono ordinati a provare le verità di fede.
– Vi sono invece altri miracoli che non sono soprannaturali in se stessi, perché si verificano su realtà naturali, tangibili, ma sono soprannaturali solo nel modo in cui vengono prodotti. Tali, ad esempio, la risurrezione di Lazzaro, la moltiplicazione dei pani, la guarigione dei malati e dei paralitici…
Questi miracoli, proprio perché appartengono all’ordine sensibile, sono ordinati a provare le verità di fede.
Questi miracoli sono segni certissimi della divina rivelazione adatti all’intelligenza di tutti, come insegna il Concilio vaticano I.
4. Tuttavia anche il miracolo, per quanto segno certissimo della fede, non la comunica, ma porta alle sue soglie oppure la conferma.
Per credere è necessaria la mano di Dio che tocchi il cuore e la mente e dia la forza di consentire a quanto Egli comunica.
Per questo il Concilio Vaticano II afferma: “Perché si possa prestare questa fede, è necessaria la grazia di Dio che previene e soccorre” (Dei Verbum 5).
La fede è un dono divino e nessuno se la può dare. Gesù ha detto: “Nessuno viene a me se il Padre non lo trae” (Gv 6,44).
Il medesimo Concilio aggiunge che sono necessari anche “gli aiuti interiori dello Spirito Santo”.
Lo Spirito Santo ha il compito di muovere il cuore (sicché uno si trova a credere) e rivolgerlo a Dio (è l’attrazione o trasporto verso il Signore) e di aprire gli occhi della mente.
Di per sé, da un punto di vista umano, ci sarebbero tanti motivi per credere quanti per non credere, ma la mente viene inclinata a credere per questa azione dello Spirito Santo.
Lo Spirito Santo non forza a credere. La risposta della fede è sempre libera e a Dio si può resistere.
Ma attrezza l’uomo perché possa aderire a Dio che si rivela.
Ti ringrazio per il quesito, ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo