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Quesito
Caro Padre Angelo,
il secondo punto della domanda è una constatazione meravigliosa che mi è stata confermata: se ogni Santo partecipa della vita Divina (anche corporalmente), allora mi ogni volta che mi trovo di fronte alla Santissima Eucaristia ho davanti l’intero Paradiso!
un saluto e un abbraccio.
Vittorio
Risposta del sacerdote
Carissimo Vittorio,
è verissimo quello cha hai detto.
– Scrive Santa Teresa d’Avila nel commento al Padre nostro: “Dio è dovunque. Ma dove sta il re, ivi è la sua corte. Perciò, dove sta Dio, ivi è il cielo. Sappiate dunque che dove si trova la maestà di Dio, ivi è tutta la gloria. Ricordate ciò che disse S. Agostino, il quale dopo aver cercato Dio in molti luoghi, lo trovò finalmente in se stesso (S. AGOSTINO, Confessioni, X, 27). Pensate forse che egli venga da solo? Non udite suo Figlio che dice: che sei nei cieli? Ed è forse possibile che un Re così grande si muova senza seguito? No, i suoi cortigiani li ha sempre con sé; e poiché essi sono pieni di carità, lo pregano continuamente per noi e per i nostri bisogni” (S. TERESA D’AVILA, Cammino di perfezione, XXVIII, 2.13).
La presenza del cielo dovrebbe esserci sempre in un’anima in grazia. Ma durante la Comunione sacramentale questa presenza è più intensa.
Santa Caterina da Siena chiedeva al Signore di entrare sempre più in comunione con Lui e con il suo Corpo Mistico.
Se è così, si capisce perché certe persone sentano l’esigenza di stare il più a lungo possibile in comunione con il Signore dopo averlo ricevuto nel Sacramento.
Santa Caterina da Siena stava con il Signore, dopo aver fatto la Santa Comunione, per tre ore. E Sant’Ignazio di Loyola vi stava per due ore e aveva dato l’ordine al suo segretario di non essere disturbato da nessuno in quel periodo di tempo.
– Nelle mie dispense scolastiche sui sacramenti, a proposito della Comunione con tutto Gesù Cristo (il Christus totus) sottolineo come si entri in comunione con il corpo, il sangue, l’anima, la divinità di Gesù e anche con tutto ciò che con Cristo costituisce una sola cosa: il suo corpo Mistico.
Ecco il testo:
d) Unione con la totalità del corpo mistico di Cristo
La comunione con la pienezza di vita di Cristo nell’Eucaristia si irradia anche con tutto ciò che da Cristo è ravvivato e gli appartiene in maniera radicale: il suo corpo mistico.
Come l’anima di Cristo ravvivava tutto il suo corpo fisico, così ora col suo Santo Spirito egli anima tutto ciò che costituisce il suo corpo mistico. Questo pertanto gli è inseparabilmente unito. Entrare in comunione con Cristo è la stessa cosa che entrare in comunione anche col suo corpo mistico e viceversa.
– È anzitutto comunione con la Chiesa pellegrina sulla terra.
L’Eucaristia porta nel cuore dell’uomo lo stesso cuore di Cristo, affinché egli possa amare e congiungersi con tutti gli uomini come lui li ama e ad essi è congiunto.
E come Cristo nell’Eucaristia si fa cibo e bevanda per tutti, così chi ama col suo cuore non può non farsi cibo e bevanda per tutti, nessuno escluso, neanche il più grande peccatore o nemico.
Per questo l’Eucaristia riconcilia tutti gli uomini nella carità, fa loro ritrovare e vivere quell’unità che possiedono nella mente e nel cuore di Dio.
Questa unione non è un mero accostamento formale, ma partecipazione e comunicazione in Cristo di tutto ciò che ci appartiene: preghiere, sofferenze, lavoro, vita e meriti. Ciò che ognuno offre, giova al vantaggio di tutti. Veramente in Cristo si costituisce un solo corpo. L’unico pane e l’unico calice offerti e ricevuti significano proprio questo.
Si capiscono allora più profondamente le parole del Signore: “Se dunque presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il tuo dono e va prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono” (Mt 5,23). Avere inimicizia anche con un solo uomo, di fatto significa non essere disposti a formare in Cristo un solo corpo. E questo è sufficiente perché la Comunione eucaristica non sia vera, ma una bugia, anzi un sacrilegio.
Si comprende anche l’immenso dono che si riceve dall’umanità nell’Eucaristia. Esso è tuttavia ancora una goccia d’acqua in confronto a quel bene infinito e inestimabile che è Cristo (il vino). Come non avvertire quanto grande sia il tesoro cui ci si accosta, capace di trasformare radicalmente la vita dei credenti?
Ancora una volta appare con maggiore evidenza come l’Eucaristia sia “tutto il bene dell’uomo”, “la fonte e vertice di tutta la vita cristiana”, il sacramento che trasforma le esistenze umane in offerta viva d’amore per Dio e per tutti.
– La comunione col corpo mistico di Cristo non si esaurisce nella Chiesa pellegrina sulla terra, ma si attua anche con coloro che sono definitivamente di Cristo e a Lui perfettamente conformati.
La SS. Eucaristia mette in comunione anzitutto con la B. V. Maria, dalla quale Gesù prese corpo. Maria è mediatrice tra Cristo e l’umanità tanto nel mistero del Natale quanto in quello del Calvario. È Colei che introduce nel mondo e consegna agli uomini il Redentore.
L’Eucaristia ci mette in comunione anche con gli angeli. Ad essi confessiamo i nostri peccati e ci associamo alla loro lode mettendo sulle nostre labbra il “trisagion” che essi cantano in cielo (Ap 4,8-11). Vivere in comunione con gli angeli significa affidare le nostre azioni e le nostre preghiere alla loro intercessione (Raffaele dice a Tobia: “Mentre tu seppellivi morti, io presentavo la tua preghiera al Signore”, Tb 12,12), sapere che ci aiutano attutendo le tentazioni del maligno, ci ispirano e ci proteggono nel disbrigo delle nostre attività, soprattutto se utili alla nostra salvezza.
Entriamo poi in comunione con tutti i santi che formano la Gerusalemme celeste. Essi ci aiutano a tenere la nostra conversazione in cielo (Fil 3,20 ).
Ci uniamo infine con le anime del Purgatorio, che sono già tutte di Dio, anche se per ora ad esse non mostra il suo volto. “Sin dai primi tempi della religione cristiana, la Chiesa coltivò con grande pietà la memoria dei defunti e, perché fossero assolti dai peccati, ha offerto per loro anche i suffragi” (LG 50) “Questa nuova oblazione del Nuovo Testamento, la Chiesa, ammaestrata dal Signore e dagli Apostoli, l’ha sempre offerta non solo per i peccati, le pene, le espiazioni ed altre necessità dei fedeli viventi, ma anche a suffragio dei defunti in Cristo non ancora del tutto purificati” (Mysterium fidei, 13).
Intanto ti saluto, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo