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Quesito
caro Padre Angelo,
sono sempre stato un credente e durante la malattia di mia moglie la S. Messa e la preghiera ci sono stati di grande aiuto e di conforto.
Ora che mia moglie è deceduta, mi precede e mi aspetta lassù, la preghiera, la partecipazione alla S. Messa e l’Eucarestia non sono state abbandonate, anzi rinforzate e rese più frequenti insieme alla recitazione quasi-quotidiana del Rosario (salto pochissimi giorni).
Sarà sciocco sottolinearlo ma purtroppo si verifica spesso che la ricerca del Signore avviene sempre nei momenti più bui della nostra vita. Facile dichiararsi credenti e fedeli quando tutto va bene… è quando le cose vanno male, quando in gioco c’è la nostra saldezza, che quella stessa fede e quella stessa speranza vengono messe alla prova.
Ogni mese faccio celebrare una o due S. Messe di suffragio alle quali partecipo anche nella Eucarestia e nelle mie preghiere chiedo sempre di rinvigorire la mia fede. Sa Padre, la certezza che un giorno ci riuniremo mi fa stare "bene", o come dico io "serenamente addolorato": magari questo non mi succede tutti i giorni, ma succede e questo è un dono che ricevo.
… ma c’è un cruccio che mi assilla.
Mi rendo conto che ancora qualcosa non va come vorrei, che la mia fede è per così dire interessata, opportunistica. Non è aprioristica e non è mossa dall’amore per Lui ma bensì dall’amore per lei.
Mi rendo conto (e mi perdoni Padre !!!) che in qualche misura stò utilizzando ns Signore: a Lui io mi rivolgo ma non è il mio fine ma piuttosto il mio mezzo …per "ritrovare" lei.
Nel mio profondo avverto che dovrei piuttosto cercare il Signore, e in Lui – infine – trovare lei.
Mi dico che è passato poco tempo e la ferita è troppo fresca. Mi dico che sono ancora emotivamente fragile e che la sua mancanza ancora mi sovrasta.
Mi consolo pensando che Lui conosce i miei pensieri più riposti e nella sua misericordia e amore saprà magari capirmi …insomma, mi scuso e mi giustifico da solo (!), me la canto e me la suono.
Non mi sento genuino Padre, mi vedo un "opportunista" e mi spaventa il pensiero di non essere gradito a Lui, specialmente se dovessi lasciare questa terra in questo "stato" di fede e di peccato.
Mi ricordi nella sua preghiera di stasera, io farò altrettanto.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. la malattia di tua moglie e ancor più la sua morte hanno avuto come effetto quello di avvicinarti ulteriormente a Dio.
È questo il motivo per cui il Signore permette che veniamo potati: perché portiamo più frutto.
In questo maggior frutto vi sono racchiuse molte cose. Ma le più importanti sono l’esercizio delle virtù, la santificazione, i meriti, l’aumento del capitale per la vita futura.
Tutto questo viene alimentato dalla partecipazione all’Eucaristia, dal Rosario quasi quotidiano che ti mantiene in un clima di preghiera, dalla celebrazione mensile di una o due Messe per tua moglie.
2. Il grande filosofo cristiano Jacques Maritain, rimasto vedovo, sentiva l’esigenza di stare vicino alla moglie dalla cui comunione di vita aveva ricevuto, così diceva, le intuizioni più belle circa il suo pensiero e circa la sua vita cristiana.
Convinto della santità della moglie (una vera contemplativa che con lui aveva fatto voto di castità perfetta dopo qualche anno di matrimonio) la cercava dove poteva trovare Dio.
E poiché sulla terra Dio è perennemente presente sotto forma sacramentale nel tabernacolo, amava stare davanti al tabernacolo per stare in comunione con Dio e anche per sentirsi in comunione di vita con la moglie.
“Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata…”.
3. Se posso darti un consiglio e se ne hai la possibilità: vai a Messa tutti i giorni. E, tenendoti costantemente in grazia, fai anche la S. Comunione.
4. Continua a fare celebrare le Messe per tua moglie.
La mamma di Sant’Agostino, santa Monica, morente disse ai suoi figli: “di una sola cosa preoccupatevi: di ricordarvi di me all’alatre del Signore.
Non c’è regalo più grande che le puoi fare che l’offerta di una S. Messa che versa su di lei il Sangue Redentore di Cristo che la purifica sempre più per lei.
Sono certo che lei sa ripagarti per questo prezioso atto di amore e che che tu avverti sempre attraverso qualche segno il grazie che ti dice per quello che hai fatto.
5. Ma adesso c’è un altro problema che ti assilla. Ti pare di cercare Dio per motivi di convenienza (sentire vicina la moglie) più che per Dio stesso.
Senza dubbio questo pensiero è uno dei frutti più belli che in questo momento il Signore sta maturando nella tua vita.
Adesso cominci a sentire l’esigenza di amare Dio per Dio, perché è degno di essere amato da te ed è è degno di essere amato da tutti sopra ogni cosa e sopra ogni persona.
Quando uno comincia ad avvertire questo nella propria vita si può dire che in quel momento la sua vita sta diventando più matura, più ricca.
6. Tua moglie, appena uscita da questo mondo, al momento del giudizio particolare ha sentito anche lei l’esigenza di amare Dio con l’amore più puro e più perfetto.
Avrò considerato il purgatorio che le era presentato come un’ultima misericordia che il Signore le concedeva per rendere il suo amore per Lui più bello, più puro e più degno di Dio.
Insieme con lei anche tu ora domanda la Signore la grazia di insegnarti le vie dell’amor puro, dell’amore Santo, dell’amore degno di Dio.
Così, in maniera nuova continua la comunione con tua moglie: tutti e due, sebbene in situazioni diverse, impegnati ad amare Dio per Dio, a diventare sempre più santi e degli di Dio.
Mentre ti assicuro la mia vicinanza nella preghiera per il lutto che ti ha colpito, insieme con te prego per tua moglie e per la vostra comunione di vita in Dio.
Ti benedico e ti abbraccio.
Padre Angelo