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Quesito

Caro padre,
voglio innanzitutto ringraziare per il vostro servizio: voi padri siete grazia di Dio, perchè con questo canale riuscite a ridare luce a chi si è perso in questo mondo colmo di pregiudizi e falsi idoli.
Vi prego di non smettere mai di rispondere alle domande che vi vengono fatte via mail, perchè il vostro conforto è luce divina per chi non ha coraggio, tempo o modo di trovare un sacerdote con cui confidarsi. Siete dispensatori di fede e date la forza di cambiare alle persone che camminano nella burrasca.
Ma ora le pongo i miei quesiti.
La piaga del sesso (individuale, autoerotismo) e dell’impurità personale è forse la più diffusa e latente nella società moderna, e si tende a minimizzarla come se non fosse un problema per il Cristiano.
Essere Cristiano è un impegno, ma spesso si continua a commettere gli stessi errori, perchè quello che è un peccato per la Chiesa, diventa un modo per scaricare stress a cui difficilmente una persona (sola o in coppia) periodicamente riesce a sottrarsi.
Come possiamo fare per cercare di allontanarci dalla tentazione della carne? Spesso pur pregando intensamente si cede perchè si è deboli e non si riesce a dominare gli istinti. Come fare per non peccare? per non rassegnarsi al fatto che si finirà col cadere nel solito peccato (vizio) da confessare al nostro confessore, che ormai non sa più cosa consigliarci?
Caro padre, le chiedo esistono esercizi mentali pratici per rafforzare la volontà e modificare il modo di pensare per allontanarci dal peccato? Mutare cioè la visione del mondo, senza percepire più la sete del peccato sessuale e dominare gli istinti?
Mi scuso per essermi dilungato, ma confido nella sua pazienza e nella sua carità verso le anime che come me cercano sollievo.
Ansioso di un suo consiglio, porgo un saluto e un abbraccio,
ringraziando ancora con tanta stima per il lavoro che voi padri svolgete.

 


 

Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. ti ringrazio anzitutto per l’incoraggiamento che ci dai.
Sentire che il nostro lavoro e, potrei dire, le nostre fatiche non sono vane è uno stimolo ad andare avanti.

2. San Tommaso sembra pensare a te quando nel De perfectione vitae spiritualis suggerisce cinque rimedi per gli impedimenti derivanti dall’anima (cioè dai pensieri, dalle fantasie e dai desideri impuri).
Ecco il testo:
“Il primo e principale rimedio è quello di tenere la mente occupata nella contemplazione delle cose divine e nell’orazione. Per questo l’Apostolo dice: “Non ubriacatevi di vino, nel quale vi è lussuria; ma riempitevi di Spirito Santo, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni e cantici spirituali” (Ef 5,18), e questo sembra riguardare la contemplazione; “cantando e salmeggiando al Signore nei vostri cuori”, e questo sembra riguardare la preghiera. La stessa cosa dice il Signore attraverso il Profeta: “Con la mia lode ti frenerò per non annientarti” (Is 48,9). La lode divina infatti è un certo freno perché frena l’anima dalla rovina del peccato”.

2. Per passare dalla teoria alla pratica ti suggerisco di fare mezz’ora di contemplazione al giorno.
Per vedere che cosa sia la contemplazione è sufficiente cliccare questa voce sul nostro motore di ricerca.
In ogni caso ti riporto quanto dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: è sguardo di fede fisso su Gesù, ascolto della sua parola, silenzioso amore, unione con la preghiera di Gesù e unione con i misteri della sua vita (CCC 2724).
Se tu dicessi che mezz’ora è troppo io ti direi che i Carmelitani fanno per regola due ore di contemplazione al giorno.
Tenendo conto che loro sono frati e tu sei un laico, penso che mezz’ora andrebbe bene. Darebbe il tuo nutrimento spirituale quotidiano.

3. “Il secondo rimedio – dice San Tommaso – è lo studio della Scrittura, secondo quanto scrive Girolamo al Monaco Rustico: “Ama gli studi della Scrittura e non amerai i vizi della carne”. Perciò l’Apostolo avendo detto: “Sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza” (1 Tm 4,12) subito aggiunge: “Fino al mio arrivo dedicati alla lettura”.

4. Qui tu puoi coniugare o alternare la contemplazione con la lettura della Sacra Scrittura.
Personalmente sono convinto che “quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste, sono diventati partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e i prodigi del mondo futuro” (Eb 6,4-5) hanno una buona risorsa non solo per superare le tentazioni ma anche per tenerle lontane.
Si avverte subito che vengono per rubare quanto di più bello e prezioso abbiamo per la nostra vita personale.
Sicché in nessun modo non si vuole barattare la primogenitura che si gode nella contemplazione con un piatto di lenticchie, come fece il povero Esaù (Gn 25,34).

5. “Il terzo rimedio consiste nell’occupare l’animo con alcuni buoni pensieri. Per questo il Crisostomo dice che la rimozione dei genitali non comprime le tentazioni e non causa la quiete quanto il freno del pensiero (Super Matth.). Perciò l’Apostolo dice: “In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri” (Fil 4,8)”.
Questo è proprio quello che tu cerchi.
È facile trovarlo in ciò che al mattino di buon’ora contempli perché sia il tuo viatico e il tuo nutrimento per tutta la giornata.

6. “Il quarto rimedio è che l’uomo abbandoni l’ozio ed eserciti sé stesso anche nei lavori corporali. Dice infatti il Sir 33,29 che “l’ozio insegna molte cattiverie”. L’ozio, in modo particolare, è incentivo dei vizi, come dice Ezechiele: “Questa fu l’iniquità di tua sorella Sodoma: essa e le sue figlie avevano superbia, ingordigia, ozio indolente” (Ez 16,49). E per questo Girolamo scrivendo al Monaco Rustico dice: “Fa qualche lavoro, affinché il diavolo sempre ti trovi occupato”.
Evitare l’ozio cercando di essere impegnati nello studio, nel gioco, nella preghiera, nei vari servizi richiesti dalla vita famigliare o ecclesiale rientra nel segreto del metodo preventivo di don Bosco.
Credo che sia necessario mettere ordine nella nostra giornata e darsi un orario per ogni cosa.
Diversamente ci si lascia andare e si diventa preda del nostro avversario.

7. “Il quinto rimedio che viene usato contro la concupiscenza della carne consiste anche in certi turbamenti dell’animo. Infatti Girolamo riferisce nella medesima lettera al Monaco Rustico che in un certo cenobio vi era un adolescente che non riusciva ad estinguere la fiamma della carne con nessuna astinenza e con nessuna opera per quanto grande. Allora l’abate del monastero salvò costui, che pericolava, con questo artificio: comandò ad un certo uomo maturo di perseguitarlo con litigi e oltraggi, e poi, dopo averlo ingiuriato, venisse per primo a lamentarsi. Chiamati anche dei testimoni, costoro parlavano a favore di chi aveva ingiuriato. Solo il padre del monastero opponeva la sua difesa, affinché il fratello non fosse assalito da eccessiva tristezza. E così durò per un anno, terminato il quale, interrogato il fratello adolescente sui pensieri di un tempo, rispose: “Padre, come può essermi piacevole fornicare se non mi è concesso neanche di vivere?” (s. tommaso, Opuscula theologica, II, 588-593, ed. Marietti).
Per quest’ultimo mezzo forse non dobbiamo pensarci noi.
Talvolta ci pensano gli altri.
In ogni caso vi sono le incomprensioni, le contrarietà della vita e anche le vessazioni del demonio che sebbene involontariamente diventano ministri di Dio per l’esercizio delle virtù.

Ti auguro di fare tesoro di questi suggerimenti di San Tommaso.
Con qualche adattamento sono validi per tutte le epoche.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo