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Quesito

Leggendo alcuni scritti di Santa Teresina del Bambino Gesu’ ho scoperto due cose che mi sono rimaste poco chiare.

1. Al Carmelo di Lisieux non era in uso la comunione quotidiana, da quanto ho letto anche nel testo degli esercizi spirituali di Sant’Ignazio, mi pare che fosse pratica non solo francese, ma diffusa un po’ dappertutto in passato.
Perchè?

2. Ho anche letto che al carmelo non era consentita la lettura dell’Antico Testamento, non capisco il perchè nemmeno di questo.
Era cosa comune anche ad altri ordini monastici?
Grazie in anticipo
Maria


Risposta del sacerdote

Cara Maria,

1. In passato la Chiesa era più esigente nelle richieste per fare una buona Comunione. Basti pensare al digiuno dalla mezzanotte, anche per una sola goccia d’acqua.
La Chiesa ortodossa continua a far compiere la Confessione sacramentale prima di ogni Comunione, anche se non vi fossero peccati gravi.
Nel recente Sinodo dei Vescovi, un vescovo ortodosso del patriarcato di Mosca ha detto che presso di loro la Santa Comunione si fa solo quattro volte all’anno.
Per noi cattolici è un bene la Comunione quotidiana. Talvolta però mancano le dovute disposizioni.

Già ai tempi di sant’Agostino si discuteva se fosse una cosa buona la Comunione frequente. Sant’Agostino disse che non approvava né disapprovava, Tutto dipendeva dalle disposizioni dei singoli.
Nel medioevo S. Tommaso affermava: “L’Eucaristia è cibo spirituale e perciò come ogni giorno ci nutriamo del cibo corporale, così è lodevole cibarsi ogni giorno di questo Sacramento” (Somma teologica, III,80,10, ad 4).
Nonostante influssi e pratiche rigoriste, la Chiesa ha sempre raccomandato la Comunione frequente, anzi quotidiana.
Il Concilio di Trento esorta affinché “nelle singole Messe i presenti si comunichino non solo con l’intimo fervore dell’anima, ma anche con la recezione sacramentale dell’Eucaristia per fruire più abbondantemente dei frutti del Santissimo sacrificio” (sess. 22,6; DS 1747).
Ai tempi di santa Teresina erano ancora presenti tali influssi in Francia e un pò dappertutto.
Don Bosco fu un pioniere della Comunione quotidiana.

Pio XII nella Mediator Dei: “Stimolate nelle anime affidate alle vostre cure l’appassionata e insaziabile fame di Gesù Cristo; il vostro insegnamento affolli gli altari di fanciulli e di giovani che offrano al Redentore Divino la loro innocenza e il loro entusiasmo; vi si accostino spesso i coniugi, perché nutriti alla sacra mensa e grazie ad essa possano educare la prole loro affidata al senso e alla carità di Gesù Cristo; siano invitati gli operai perché possano ricevere il cibo efficace e indefettibile che ristora le loro forze… Radunate infine tutti gli uomini di tutte le classi e ‘‘costringete ad entrare’ (Lc 14,23) perché questo è il pane della vita, del quale tutti hanno bisogno”.
L’Istr. Eucharisticum mysterium scrive: “Poiché è evidente che la SS. Eucaristia, ricevuta frequentemente o ogni giorno, accresce l’unione con Cristo, alimenta più abbondantemente la vita spirituale, arma più potentemente l’anima di virtù e dà a colui che si comunica un pegno anche più sicuro della felicità eterna; i parroci, i confessori e i predicatori invitino con frequenti esortazioni e molto zelo il popolo cristiano a questo uso tanto pio e salutare” (n. 37).
E Giovanni Paolo II: “Bisogna quindi ricordare che l’Eucaristia, quale mensa del Pane del Signore, è un continuo invito, come risulta dall’accenno liturgico del celebrante al momento dell’”Ecce Agnus Dei! beati qui ad cenam Agni vocati sunt” e dalla nota parabola del Vangelo sugli invitati al banchetto di nozze. Ricordiamo che in questa parabola ci sono molti che si scusano dall’accogliere l’invito a motivo di circostanze diverse” (Dominicae Cenae, 11).

2. Cira il secondo problema, Non sono certo della tua affermazione. Ma non escludo che corrisponda a verità. Ho letto invece con i miei occhi che Santa Teresa d’Avila temeva che le monache si smarrissero nel leggere senza commento certe pagine dell’Antico Testamento. Ma, senza commento, si smarriscono non solo le monache, ma anche tanti altri.

Ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo