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Quesito

salve Padre Angelo,
sono Teo, volevo chiederle che cosa ne pensa della riesumazione e dell’esposizione delle spoglie di san Pio da Pietrelcina.
E volevo sapere inoltre il perché pregare i santi e se nella Bibbia vi erano dei passi che giustificavano l’intercessione dei santi e dei defunti.
La abbraccio e la ringrazio anticipatamente per la sua risposta!!
saluti Teo


Risposta del sacerdote

Carissimo Teo,
1. ti dico che sono contento della riesumazione del corpo di padre Pio. Mi sarei meravigliato se non l’avessero fatta, dal momento che l’hanno fatta per tutti i santi.
È vero che la presenza di Padre Pio non è legata alle sue spoglie mortali. Ma quelle spoglie hanno il compito di rendere più forte e potrei dire più tangibile e sensibile la sua presenza fra di noi.

2. Mi chiedi poi perché pregare i santi e se vi sia un fondamento biblico.
Va detto anzitutto che solo Dio è la sorgente della grazia e della gloria.
I santi sono nella linea dell’intercessione.
I Santi ci sono dati perché soccorrano con le loro preghiere e i loro meriti le nostre preghiere. In Ap 8,4 si legge che “dalla mano dell’angelo il fumo dagli aromi salì davanti a Dio, insieme con le preghiere dei santi”.
Il convincimento che “i santi che regnano con Cristo offrono le loro preghiere a Dio per gli uomini” è presente fin dai primi tempi della religione cristiana, come appare dai padri e dai decreti dei concili. “E quindi è cosa buona e utile invocarli, supplicarli e ricorrere alle loro preghiere e al loro aiuto per impetrare benefici da Dio per il suo Figlio Gesù Cristo Signore nostro, che è l’unico salvatore e redentore” (Concilio di Trento, DS 1821).
Il Vaticano II afferma che “(i beati) ammessi nella patria e presenti al Signore (2 Cor 5,8), per mezzo di lui, con lui e in lui non cessano di intercedere per noi presso il Padre, offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini (1 Tm 2,5), servendo al Signore in ogni cosa e dando compimento nella loro carne a ciò che manca alle tribolazioni di Cristo a pro del suo Corpo, che è la Chiesa (Col 1,24). La nostra debolezza è quindi molto aiutata dalla loro fraterna sollecitudine” (Lumen Gentium 49).

3. I santi, dunque, intercedono, e cioè pregano con noi e per noi.
“Questo è evidente anche dalle formule di preghiera di cui la Chiesa si serve. Infatti mentre alla Santissima Trinità chiediamo di “aver misericordia di noi”, ai santi chiediamo di “pregare per noi”. Pertanto “la devozione verso persone sante, vive o defunte, non ha il suo termine in esse, ma in Dio: poiché nei servi di Dio veneriamo Dio stesso” (San Tommaso, Somma teologica, II-II, 82, 2, ad 3).

4. Il loro potere di intercessione per gli altri deriva dal loro grado di carità, e cioè dall’amore soprannaturale per Dio e per il prossimo.
Come non ricordare la bella promessa fatta da S. Domenico: “Non piangete. Io vi sarò più utile dopo la mia morte e vi aiuterò più efficacemente di quando ero in vita” e di S. Teresa di Gesù Bambino: “Passerò il mio cielo a fare del bene sulla terra”?

5. Il Signore stesso comanda di rivolgerci ai santi: “Andate dal mio servo Giobbe…, il mio servo Giobbe pregherà per voi, affinché io, per riguardo a lui, non punisca la vostra stoltezza” (Gb 42,8).
La Bibbia di Gerusalemme commenta: “Giobbe figura come intercessore a somiglianza di Abramo, Mosè, Samuele, Amos, Geremia. La sua prova sembra una ragione dell’efficacia della sua preghiera”.

6. In particolare in 2 Mac 15,13-14 Onia, sommo sacerdote, attesta l’apparizione di un personaggio “rivestito di una maestà meravigliosa e piena di magnificenza” che gli assicura la vittoria. E di lui dice: “Questi è l’amico dei suoi fratelli, colui che innalza molte preghiere per il popolo e per la città santa, Geremia il profeta di Dio”.
La Bibbia di Gerusalemme: “Questa è la prima testimonianza di una credenza nella preghiera dei giusti defunti per i vivi”.

7. Come vedi, la Chiesa venera i santi e ad essi da culto, non però nel medesimo modo in cui lo da a Dio, ma in una forma inferiore.
Solo a Dio, infatti, viene dato il culto di adorazione (latrìa). Mentre i santi vengono venerati come servi di Dio (dulìa).
Fra di essi eccelle in maniera del tutto particolare la B.V. Maria, la quale, come Madre di Dio e nuova Eva, merita il culto di iperdulia, essendo collocata da Dio al di sopra di tutti i servi di Dio. Affidandoci a Lei, Gesù ci affida anche alla preghiera di Maria che “accompagna, quasi in perenne cenacolo, la preghiera della Chiesa”.

8. Caro Teo, sono contento di affidarti alle preghiere di così potenti intercessori, perché ti ottengano dal Signore tutto quanto il tuo cuore desidera di buono e di santo.

Ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo


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