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Quesito

"L’Amore non è amato!"
Così piangeva lacrime strazianti San Francesco ai piedi del Crocefisso.

Caro Padre Angelo,
quello che provava il santo d’Assisi, è probabilmente ciò che scaturisce dalla constatazione che tanto amore passa inosservato a tanti contemporanei.
E così, non solo San Francesco si struggeva per tanta indifferenza ma anche altri santi, dotati di una particolare sensibilità, hanno provato questa forma di dolore interiore.
Allora la mia domanda parte da una situazione di cui sono spesso testimone: in centro a Bologna, a due passi dalla Basilica di S. Petronio si trova un piccolo santuario intitolato a Santa Maria della Vita dove c’è esposto sia il Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, sia un bellissimo complesso statuario del Compianto scolpito da Nicolò dell’Arca, autore pure della tomba di S. Domenico.
Qui dunque si svolge l’adorazione continua, e allo stesso tempo si assiste a un flusso continuo di gente convinta ormai di entrare in un museo.
Le assicuro che, se i santi piangevano, a me talvolta viene veramente da arrabbiarmi: in pochi si genuflettono, altrettanto rare le riverenze. Tutti col naso per aria a guardare chissacché.
Probabilmente l’ostensorio non è la prima cosa che si cerca una volta entrati in chiesa, ma almeno dovrebbe sapere tanta gente che c’è comunque un tabernacolo abitato.
Padre Pio diceva di meditare sul Sacrificio e sul prezzo della nostra redenzione che è stato sborsato.
Ma tanta indifferenza nei Suoi confronti, le assicuro che mi dà veramente fastidio.
Ma allora mi chiedo, di chi è la colpa? Di costoro o di chi, guida di anime, non promuove abbastanza il culto Eucaristico?
Se ritiene, visto che questo messaggio sa più di sfogo e sembra che voglia puntare il dito contro qualcuno, può rispondermi se preferisce in privato.
Grazie ancora e, uniti nella preghiera anche per queste anime, le auguro buon proseguimento.

Vittorio


Risposta del sacerdote

Carissimo Vittorio,
1. la tua amarezza nel constatare tanta indifferenza davanti a Gesù esposto nell’ostensorio è pienamente giustificata.
Il Santo Curato d’Ars diceva che Gesù nel tabernacolo ha le mani sempre piene di grazie, desideroso di riversarle su chi lo va a trovare.
La gente che frequenta la Chiesa di cui tu mi dici sembra non sapersene che fare delle grazie del Signore. Tutti hanno qualcosa di più prezioso da guardare e da prendere!
Aveva ragione san Francesco a piangere sull’Amore che non è amato e verso il quale si mostra tanta indifferenza.
Qualcuno potrebbe rispondere che il Signore c’è già in tutte le chiese e che in quella chiesa vanno solo per motivi d’arte.
Allora ci si potrebbe chiedere se quello sia il luogo più adatto per l’adorazione permanente.
In ogni caso c’è un problema più grosso, che è soggiacente: non c’è la fede. Manca cioè in tante persone quel lume interiore che permette di conoscere e di percepire la Presenza del Signore. Se vi fosse questo lume, lo sguardo necessariamente si poggerebbe solo su di lui.

2. Allora il problema si sposta: che fare perché la gente abbia fede?
Giovanni Paolo II, di felice e santa memoria, nella lettera Novo millennio ineunte, ricorda che l’evangelista Luca sottolinea un particolare a proposito del lume che Pietro ebbe per rispondere adeguatamente alla domanda di Gesù: “E voi chi dite che io sia?”
San Luca scrive infatti: “Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?». Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio» (Lc 9,18-20).
Ecco, Giovanni Paolo II collega la fede di Pietro alla preghiera di Gesù. Il lume che Pietro ha ricevuto è stato un frutto della preghiera di Gesù.
Non è eloquente questo?
Mi pare dunque che il Signore ti chiami in quella chiesa perché tu preghi per quella gente, e, unito alla preghiera di Gesù, tu possa essere generatore di fede per quelli che vi entrano.

3. Mi pare che in quella chiesa, dinanzi a tanta indifferenza che in definitiva si identifica con uno scherno, Gesù continui la sua passione. Nel pretorio di Pilato, davanti a Erode, sul calvario… nessuno vede, nessuno percepisce la presenza di Dio in mezzo agli uomini, una presenza piena di grazia.
Mi unisco volentieri alla tua preghiera, e chiedo ai visitatori di unirsi alla nostra preghiera, anzi alla preghiera di Gesù, perché venga accolto il lume della fede, la luce più preziosa della nostra vita.

Ti ringrazio, ti saluto, ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo