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Quesito

Rev.mo Padre,
ho sempre saputo che durante la celebrazione Eucaristica, al momento della Consacrazione avviene la transubstanziazione, cioè la conversione della sostanza del pane e del vino nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo.
Ciò stante, in più occasioni, ascoltando la Santa Messa domenicale in alcune località del nord Italia, ho notato, con vivo disappunto, che il Celebrante omette completamente l’intera liturgia della consacrazione.
Chieste spiegazioni, mi è stato detto, molto sommariamente, che si tratta di un particolare rito, comunque ammesso dalla Chiesa Cattolica.
Siccome la cosa a me pare molto strana, avendo sempre saputo che la consacrazione costituisce il fulcro della Santa Messa, Vorrei sapere se ciò sia vero e se la Messa celebrata con tali modalità sia valida ai fini di assolvere il precetto domenicale. 
La ringrazio molto.
Egidio


Risposta del sacerdote

Caro Egidio, 
1. quella che tu hai visto non era la celebrazione della Messa perché, come rilevi giustamente, la consacrazione è il suo elemento centrale e insostituibile.
Il sacerdote con la consacrazione rende presente sull’altare il sacrificio che Cristo ha compiuto sul calvario.

2. Quella che tu hai visto era una” liturgia della parola” e quindi tutta la prima parte della Messa fino all’omelia e alla preghiera dei fedeli.
Dalla liturgia della parola si è passati poi al Padre nostro per dispensare la Santa Comunione.

3. Oggi è lecito fare così quando manca il sacerdote.
Non si tratta dunque della Messa, ma di una liturgia sostitutiva, che corrisponde a quel rito particolare di cui ti hanno parlato e che è approvato dalla Chiesa.

4. Capita sempre più di frequente che non un sacerdote riceva l’incarico di cinque, sei o sette parrocchie.
Evidentemente non può celebrare dappertutto.
In alcune parrocchie al posto della Messa viene celebrata questa liturgia sostitutiva che soddisfa ai fini del precetto domenicale.

5. Giovanni Paolo II nella lettera Dies Domini (31 maggio 1998) fa riferimento esplicito a queste celebrazioni.
Dice: “Resta il problema delle parrocchie per le quali non è possibile godere del ministero di un sacerdote che celebri l’Eucaristia domenicale.
Ciò avviene spesso nelle giovani Chiese, dove un solo sacerdote ha la responsabilità pastorale di fedeli dispersi su un vasto territorio.
Situazioni di emergenza possono verificarsi anche nei Paesi di secolare tradizione cristiana, quando la rarefazione del clero impedisce di assicurare la presenza del sacerdote in ogni comunità parrocchiale.
La Chiesa, considerando il caso di impossibilità della celebrazione eucaristica, raccomanda la convocazione di assemblee domenicali in assenza del sacerdote, secondo le indicazioni e le direttive date dalla Santa Sede e affidate, per la loro applicazione, alle Conferenze Episcopali” (n.53)

6. Soggiunge subito dopo: “Tuttavia, l’obiettivo deve rimanere la celebrazione del sacrificio della Messa, sola vera attuazione della Pasqua del Signore, sola realizzazione completa dell’assemblea eucaristica che il sacerdote presiede in persona Christi, spezzando il pane della Parola e quello dell’Eucaristia.
Si prenderanno dunque, a livello pastorale, tutte le misure necessarie perché i fedeli che ne sono abitualmente privi possano beneficiarne il più spesso possibile, sia favorendo la periodica presenza di un sacerdote, sia valorizzando tutte le opportunità per organizzare il raduno in un luogo centrale, accessibile a diversi gruppi lontani” (Ib.).

7. Ne fa riferimento anche il Codice di diritto canonico.
Ecco che cosa dice al “canone 1248:
§ 1. Soddisfa il precetto di partecipare alla Messa chi vi assiste dovunque venga celebrata nel rito cattolico, o nello stesso giorno di festa, o nel vespro del giorno precedente.
§ 2. Se per la mancanza del ministro sacro o per altra grave causa diventa impossibile la partecipazione alla celebrazione eucaristica, si raccomanda vivamente che i fedeli prendano parte alla liturgia della Parola, se ve n’è qualcuna nella chiesa parrocchiale o in un altro luogo sacro, celebrata secondo le disposizioni del Vescovo diocesano, oppure attendano per un congruo tempo alla preghiera personale o in famiglia o, secondo l’opportunità, in gruppi di famiglie”.
Con l’augurio di poter sempre fluire dell’immenso beneficio che ti viene donato attraverso la celebrazione del santo sacrificio della Messa, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo