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Quesito
Carissimo Padre Angelo,
Ho letto qualche tempo fa un libro di Bart Erhman, che faceva luce su alcuni aspetti de Il codice da Vinci ( io non ho letto il romanzo, ma dato che questo libro di Erhman conteneva molte notizie di tipo storico, mi è stato consigliato dal mio confessore, a cui un altro sacerdote lo aveva in precedenza suggerito)… Lo scrittore parla degli apocalittici, includendovi anche Gesu’, la mia domanda è: fino a che punto Gesu’ puo’ essere considerato realmente un apocalittico, pur ritenendo (dal mio ignorantissimo punto di vista) che in qualche modo, in quanto figura anche storica, Gesu’ stesso si sia dovuto rendere vicino alla cultura del suo tempo? La Chiesa cosa dice a riguardo?
Maria
Risposta del sacerdote
Cara Maria,
per apocalittico si intende un genere letterario, e cioè una forma letteraria usata da un autore per esprimere il proprio pensiero.
Questo genere letterario era molto usato dagli antichi ebrei soprattutto tra il terzo secolo avanti Cristo e il secondo secolo dopo Cristo.
Con questo linguaggio si annunciavano particolare sventure per il popolo, ma anche la felicità della liberazione portata da Dio.
Se questo è il genere apocalittico, Gesù ha portato un annunzio, anzi una realtà davvero apocalittica: la vera liberazione nella vita presente (quella dal peccato), e la vera liberazione o felicità per la vita eterna (liberazione da ogni male mediante la partecipazione alla sua risurrezione).
Gesù annuncia anche una terribile sventura per quelli che non accolgono questa liberazione (perdizione eterna).
Il vecchio Simeone, mosso dallo Spirito Santo, aveva detto di lui: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione” (Lc 2, 34).
Ma dire che Gesù ha portato un annuncio apocalittico non significa che non sia un personaggio storico e reale. Questo nessuno lo mette in discussione.
L’Autore che tu citi non vuole senz’altro concludere a questo.
Ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo