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Quesito
Caro Padre Angelo,
dopo i suoi preziosi consigli delle scorse settimane, la disturbo ancora con una domanda.
Molti mesi fa trovai su internet il testo dell’Esorcismo breve di Leone XIII, mi è capitato quindi di recitarlo privatamente qualche volta. Però pochi giorni fa ho scoperto che a questo proposito la Congregazione per la Dottrina della Fede nella lettera Inde ab aliquot annis, del 29 settembre 1985, dice: “ai fedeli non è neppure lecito usare la formula dell’esorcismo contro satana e gli angeli ribelli, estratta da quella pubblicata per ordine del sommo pontefice Leone XIII, e molto meno è lecito usare il testo integrale di questo esorcismo”.
Ho commesso qualche tipo di peccato recitando privatamente quell’esorcismo? E se l’avessi recitato in stato di peccato mortale (non ricordo perchè è successo vari mesi fa)?
La ringrazio per l’attenzione.
Francesco
Risposta del sacerdote
Caro Francesco,
1. per commettere peccato grave, oltre alla materia grave, ci vogliono anche la piena avvertenza della mente e il deliberato consenso della volontà.
Ora, quando tu hai recitato l’esorcismo di Leone XIII, l’hai recitato in perfetta buona fede. Né sapevi che era proibito ai fedeli recitarlo, né l’hai recitato sapendo che era proibito.
Stai dunque tranquillo.
2. Adesso però fai bene ad obbedire alla Chiesa che dà questa proibizione per il bene dei fedeli.
La Chiesa infatti non dimentica infatti quanto è narrato negli Atti degli Apostoli dove si riferisce di alcuni ebrei che facevano esorcismi, evidentemente erano privati. “Ora anche alcuni esorcisti ambulanti giudei si provarono a invocare, su coloro che avevano spiriti maligni, il nome del Signore Gesù dicendo: “Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo va predicando”. Tra quelli che facevano così vi erano i sette figli di un certo Sceva, sommo sacerdote giudeo. Ma in risposta lo spirito malvagio disse loro: “Gesù lo conosco e Paolo so bene chi è; ma voi chi siete?”. E scagliandosi contro di essi, quell’uomo, in cui vi era lo spirito maligno, li sopraffece, e li malmenò talmente che, nudi e feriti, se ne dovettero fuggire da quella casa” (At 19,13-16).
Ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo