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Quesito

Caro Padre Angelo,
la ringrazio moltissimo per tutto il bene che fa attraverso questo sito. Vorrei rivolgerle alcune domande su cui mi angustio da qualche tempo. Sono sposata da tre anni e mamma di un bambino di due anni. Il mio matrimonio e’, come tanti, fatto di alti e bassi, momenti di gioia e altri di stanchezza e insoddisfazione. Ci sforziamo di vivere da coniugi cristiani, secondo gli insegnamenti della Chiesa. Il problema e’ che ho il terrore di aver "sbagliato" la vocazione. Mi spiego meglio. Da adolescente ho sentito spesso un forte richiamo alla vita religiosa. Terminati gli studi universitari, avevo iniziato un cammino di intensa preghiera e discernimento vocazionale, che mi aveva portato tanti doni spirituali e pace del cuore. Poi mi sono innamorata di mio marito e, forse un po’ troppo frettolosamente e senza un adeguato discernimento, mi sono buttata nella relazione e nel fidanzamento e, dopo appena un anno, ci siamo sposati. Alcune persone, tra cui il mio confessore di allora, mi avevano invitata ad essere piu’ cauta e avevano suggerito che forse mio marito non era la persona per me. Io pero’, nonostante vedessi il suo carattere difficile e i problemi della relazione, sono rimasta ostinatamente legata a lui e ho accettato di sposarlo. Adesso, nei momenti difficili del matrimonio, mi dico che forse avevano ragione quelle persone sagge che all’epoca ho scelto di ignorare, perche’ troppo presa dallo slancio emotivo dell’innamoramento. Pero’ ero e sono pienamente consapevole del significato e del valore del matrimonio cristiano. Ora, le chiedo, e’ possibile che io abbia sbagliato la scelta dello stato di vita? E, se questo accade, come si puo’ "riparare"? Ho fiducia nella misericordia di Dio, che non ci abbandona nemmeno quando erriamo lontanissimo da lui. Vorrei pero’ vivere santamente la mia vita di adesso, di moglie e di madre, e i dubbi sul passato a volte mi fanno rattristare. Sbaglio a pensare che dovrei ormai essere fedele alla mia vocazione presente? Se ho davvero scelto il matrimonio in contrasto con la volonta’ di Dio, come posso adesso santificarmi proprio attraverso il matrimonio?

Spero di aver formulato chiaramente le mie domande. Le sarei davvero grata se potesse rispondermi, in privato o sul sito.
Prego per lei, che il Signore la ricompensi della generosita’ con cui aiuta tante delle sue pecorelle.

Risposta del sacerdote

Carissima,
1. vi è in noi una pluralità di vocazioni.
La prima vocazione, quella scritta nelle esigenze della nostra natura, è quella al matrimonio. È la via naturale.
Al di sopra di questa ve ne è un’altra, di ordine soprannaturale. Ed è la chiamata a seguire il Signore in maniera più radicale, scegliendo come forma di vita quella scelta da Lui stesso al momento dell’incarnazione: una vita povera, casta, obbediente.

2. Chi accetta di seguire la seconda vocazione, vive i valori del matrimonio e della maternità e paternità in un altro orizzonte: vive la sponsalità con Cristo e con Lui coopera per la conversione e la santificazione di molti.
San Girolamo diceva: le nozze riempiono la terra, la verginità riempie il paradiso.

3. Coloro che sono chiamati a questa nuova sponsalità e maternità rimangono liberi. Gesù non ha detto al giovane ricco: la tua vocazione è una sola. Ma: “se vuoi entrare nella vita eterna” (e cioè in un  particolare possesso di Dio gustato e goduto già di qua).
Il Signore pertanto lascia liberi. In alcuni fa sentire in maniera più forte la seconda chiamata e dà loro la forza per poterlo seguire.
Ma non dobbiamo pensare che chi avendo avvertito qualche germe di speciale consacrazione e non  l’abbia seguita si trovi in uno stato di dannazione.

4. Pertanto la tua vocazione al matrimonio non è una vocazione sbagliata. È la prima vocazione cui il Signore ti ha chiamato.
Forse ti chiamava anche ad un’altra vocazione. Forse non hai risposto, forse sei stata precipitosa nel concludere le tue scelte. Ma in ogni caso sei rimasta nell’orizzonte della prima vocazione, che è ugualmente una chiamata del Signore.

5. Capisco benissimo quanto puoi avvertire soprattutto nei momenti difficili della tua vita matrimoniale. Puoi sorprenderti a dire: forse ho sbagliato vocazione!
Ma devi stare tranquilla.
Il matrimonio era una via che il Signore aveva preparato per te. Te ne aveva presentata anche un’altra. Ma non aveva soppresso la prima.
Pertanto la tua vocazione attualmente è quella di curare la tua famiglia e di attendere alla santificazione di tutti i suoi membri.

6. Puoi trarre vantaggio dalla possibile ulteriore chiamata che ti pareva di avvertire cercando di coltivare intensamente l’intimità con Dio e la vita spirituale. Il Signore rimane sempre il tuo primo e insostituibile Sposo. Lo sposo che hai a fianco è, sì, una realtà, ma non il fine ultimo della tua vita.
Cerca pertanto di essere una sposa e una madre santa.
Questo è quello che attualmente ti chiede il Signore.

Ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo