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Caro Padre Angelo,
ho bisogno di capire meglio nel dettaglio riguardo il giudizio temerario, so bene che noi possiamo giudicare il peccato e mai il peccatore, cercando sempre di provare che dietro il suo peccato c’è una persona con il suo vissuto, e che noi non conosciamo, perciò se si deve esprimere un giudizio sulla persona possiamo farlo ma nel bene, o altrimenti non esprimerci.
(…)
Resto in attesa di una Vostra risposta.
La ringrazio anticipatamente e la saluto tanto.
Dio la benedica e la protegga.
Natascia
Cara Natascia
1. per giudizio temerario s’intende un fermo assenso circa la malizia altrui, senza motivi sufficienti.
Il giudizio è tale anche se è formulato solo interiormente.
L’eventuale comunicazione aggrava il peccato perché vi è la diffamazione.
2. Il giudizio temerario si distingue dal dubbio temerario, positivamente nutrito senza motivo sufficiente.
Si distingue anche dal sospetto temerario
che è l’assenso probabile e non fermo circa la malizia del prossimo, fatto senza motivo
sufficiente.
3. Questi giudizi, dubbi e sospetti temerari costituiscono un peccato contro la carità perché procedono da cattiva volontà e inclinano l’intelletto ad un giudizio o atteggiamento sfavorevole.
4. Se hanno a che fare con materia grave e sono senza prove possono essere peccati gravi.
I moralisti dicono che si tratta di peccati veniali se le prove ci sono, ma non sono sufficienti.
5. I medesimi moralisti dicono anche che non è peccato prendere precauzioni dal pericolo che determinati oggetti possano essere sottratti da coinquilini o persone di passaggio.
Una tale condotta non parte dal sospetto che tali persone siano cattive, ma piuttosto dalla persuasione che la natura dell’uomo è viziata dal peccato originale e che l’occasione possa destare sul momento inclinazioni cattive.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo
p.s.: sull’esempio che mi hai portato puoi stare tranquilla, non c’era alcun giudizio, sospetto o dubbio.
Si è trattato solo di una buona esortazione.