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Quesito

Buongiorno Padre,
sono … da …, ho 79 anni. Gradirei parlare un po’ con lei circa la sessualità negli anziani.
Io e mia moglie rapporti intimi completi non ne abbiamo da molto tempo causa salute ed età. Per avere un po’ di intimità sessuale ci masturbiamo a vicenda.
La morale cristiana cosa prevede in questi casi?
La ringrazio se vuole rispondermi.
Buona giornata.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. il santo Papa Paolo VI nell’enciclica Humanae vitae ha un passaggio che è valido per tutti, in qualunque età e stato ci si trovi: “Il dominio dell’istinto, mediante la ragione e la libera volontà, impone indubbiamente una ascesi, affinché le manifestazioni affettive della vita coniugale siano secondo il retto ordine e in particolare per l’osservanza della continenza periodica.
Ma questa disciplinapropria della purezza degli sposi, ben lungi al nuocere all’amore coniugale, gli conferisce invece un più alto valore umano. 
Esige un continuo sforzo, ma grazie al suo benefico influsso i coniugi sviluppano integralmente la loro personalità, arricchendosi di valori spirituali: essa apporta alla vita familiare frutti di serenità e di pace e agevola la soluzione degli altri problemi; favorisce l’attenzione verso l’altro coniuge, aiuta gli sposi a bandire l’egoismo, nemico del vero amore, e approfondisce il loro senso di responsabilità nel compimento dei loro doveri” (HV 21). 

2. Qui il Papa si rivolge agli sposi in età fertile.
Ma la purezza, la castità vale per tutti perché la Sacra Scrittura dice: “Cercate la pace e quella vita illibata e santa (santimonia) senza della quale nessuno vedrà Dio (Eb 12,14).
La Conferenza episcopale italiana traduce: “Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore”.
È praticamente la stessa cosa perché il riferimento al vedere il Signore si collega con la beatitudine proclamata da Gesù: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Mt 5,8).

3. Inoltre, il cristiano nell’attesa di vedere il Signore purifica se stesso come insegna San Giovanni: “Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro” (1 Gv 3,2-3).

4. Va sempre tenuto presente l’obiettivo superiore del matrimonio, che è quello della santificazione vicendevole.
È con questo obiettivo che ci si deve confrontare.
Questo comporta la consapevolezza che i nostri corpi sono dimora dello Spirito Santo, che vanno trattati “con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e di libidine” (1 Ts 4,4-5) e che ogni azione di un cristiano dovrebbe corrispondere a quanto dice San Paolo: “Vi esorto dunque per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale” (Rm 12,1-2).
È evidente che in nessun modo la masturbazione vicendevole, neanche in tarda età, può essere offerta a Dio come sacrificio vivente, santo e a lui gradito, come nostro culto spirituale.
La masturbazione infatti comporta un uso della sessualità del tutto alieno dal disegno santificante di Dio sul matrimonio e sull’amore umano.

5. Paolo VI, con coraggio, ha parlato di castità proponendo la misura alta della vita cristiana. Tutti vi devono tendere.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda che “la castità richiede l’acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana.
L’alternativa è evidente: o l’uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice” (CCC 2339).
 E: “Colui che vuole restar fedele alle promesse del suo Battesimo e resistere alle tentazioni, avrà cura di valersi dei mezzi corrispondenti: la conoscenza di sé, la pratica di un’ascesi adatta alle situazioni in cui viene a trovarsi, l’obbedienza ai divini comandamenti, l’esercizio delle virtù morali e la fedeltà alla preghiera” (CCC 2340).

6. A questo punto il Catechismo della Chiesa Cattolica riporta una bella affermazione di Sant’Agostino, frutto della sua personale esperienza: “La continenza in verità ci raccoglie e ci riconduce a quell’unità, che abbiamo perduto disperdendoci nel molteplice” (Confessioni, 10,29).
In altre parole, riconduce a quell’unione con Dio che abbiamo perso disperdendoci in tante cose.

7. Un documento del magistero della Chiesa emesso sotto il pontificato di San Giovanni Paolo II dice: “Di fatto capitano in un modo o nell’altro per periodi di più breve o di più lunga durata, delle situazioni in cui siano indispensabili atti eroici di virtù” (Pontificio consiglio per la famiglia, Sessualità umana: verità e significato, 19).
Anche l’anzianità rientra in quei periodi di più lunga durata per cui ci si purifica nell’attesa di incontrare Colui che è puro (1 Gv 3,3).

Con l’augurio di vivere secondo quella santimonia di cui parla la lettera di ebrei (12,14), ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo