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Quesito
Caro Padre Angelo,
Le faccio due domande molto semplici…eppure così complicate.
La prima: che cos’è l’amore di Dio?
Cerco di spiegarmi meglio. “Amore” è una parola fin troppo abusata: la scrivono i ragazzi sui muri, si cantano canzoni d’amore, nel nome dell’amore (o di un “qualcosa” chiamato amore) si compiono le più disparate azioni (talvolta anche folli). Ma come deve essere inteso l’amore divino? Di cosa si tratta?
La seconda domanda è questa: Dio, naturalmente ama più di noi. Per quanto possiamo sforzarci di amare, il nostro amore è pur sempre imperfetto. Solo l’amore di Dio, credo, è totale, infinito, illimitato. Se alcuni uomini rifiutano Dio e, il giorno del giudizio universale vengono condannati, ciò non può essere considerata una parziale “sconfitta” dell’amore di Dio? Non è davvero possibile che, al di là di ciò che si dice nel Vangelo, Dio non voglia salvare tutti, indipendentemente dai loro meriti? Dio non è forse legge di sè stesso? Non può, liberamente, cambiare il destino dei dannati? Il fatto che si parli di castigo eterno implica che Dio non possa decidere comunque di salvare tutti?
Grazie per l’attenzione
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. la parola amore, è vero, è inflazionata e indica tante realtà che talvolta con l’amore vero non hanno nulla a che fare.
2. Quando nel Nuovo Testamento si parla dell’amore di Dio, proprio per evitare confusioni, gli scrittori sacri usano un termine nuovo, quello di agàpe, che in italiano viene tradotto con carità.
3. Agàpe indica il modo di amare Dio e il modo di amare di coloro che hanno ricevuto questo dono da pare di Dio.
San Paolo in Rm 5,5 dice: “La carità divina è stata infusa nei nostri cuori attraverso lo Spirito Santo che ci è stato dato”.
Secondo alcuni esegeti questo amore avrebbe quattro caratteristiche:
è un amore gratuito e di predilezione;
è un amore che è indipendente dal fascino della persona amata (che potrebbe anche essere ripugnante) sicché uno ama perché vuole amare;
è un amore che non si accontenta di stare nel cuore, ma si visibilizza attraverso le opere;
e finalmente è un amore gioioso, perché è un amore celeste.
4. Alla seconda domanda: è certo che Dio vuole la salvezza di tutti gli uomini e fa di tutto perché si salvino.
San Paolo è chiaro: “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1 Tm 2,4).
Ti chiedi: “Non è davvero possibile che, al di là di ciò che si dice nel Vangelo, Dio non voglia salvare tutti, indipendentemente dai loro meriti? Dio non è forse legge di se stesso?”
I meriti sono legati alla libertà.
Ora il fatto è questo: Dio non costringe nessuno ad amarlo. Un amore costretto non è amore.
Non si può stare in Paradiso per costrizione.
Dio fa di tutto perché gli uomini possano conoscerlo e amarlo, nonostante i loro peccati, e li sollecita con una forza grande quanto è grande la potenza del suo amore, manifestata esteriormente nella sua passione e morte.
A questo punto, l’amore di Dio è respinto e subisce un’apparente sconfitta.
Ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo