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Quesito
Caro Padre,
recentemente stavo riflettendo sulla preghiera di intercessione per i peccatori. In particolare, mi riferisco a un passo del Diario di S. Faustina, in cui Gesù dice alla suora che tante volte era lì per punire i peccatori, ma le preghiere e i sacrifici della Santa l’hanno trattenuto dal farlo. Questo mi ha ricordato un’altra cosa che lessi tempo fa, non ricordo la fonte, in cui si diceva “se tanti peccatori vivono una vita tranquilla, sappiano che è perché ci sono tante anime che si attirano l’ira divina che sarebbe destinata a loro.”.
Io posso capire che ci siano persone sante che si accollano sofferenze per far sì che delle grazie diciamo “extra” vengano elargite a chi non se le meriterebbe. Ma per “grazia” io intendo anche punizione. Spesso infatti, è proprio quando Dio permette una grande sofferenza che ai peccatori (anche incalliti) si aprono gli occhi, e anche magari perdendo qualcosa di terreno guadagnano l’anima, in definitiva l’unica cosa veramente importante. Invece, trattenendo queste punizioni, un peccatore può essere indotto a pensare (sempre ragionando superficialmente, perché sennò se ne renderebbe comunque conto) che le sue scelte in definitiva non hanno conseguenze gravi e che la sua vita può continuare tutto sommato tranquilla sulla strada facile che ha scelto… fino a che non gli si apre il baratro e, Dio ne scampi chiunque, si ritrova all’inferno.
Ma non sarebbe stata una grazia spalancarglielo prima, questo baratro, invece che trattenerlo accollandosi le pene a loro destinate?
Sicuramente mi sfugge qualcosa, perché è ovvio che tra me e i Santi sbaglio io. Ma ogni tanto mi capita di meditarci e sinora non ho trovato risposta. Come si può spiegare questo apparente “intoppo logico”?
Un caro saluto e un augurio di buona ripresa delle attività
Lorenzo
Risposta del sacerdote
Caro Lorenzo,
ti ringrazio anzitutto per gli auguri della ripresa delle attività.
Li ricambio di cuore.
1. Nel tuo modo di esprimerti, che si capisce benissimo, vi sono parole che dicono in maniera umana (castigo, ira di Dio) realtà ben assodate nella Sacra Scrittura.
Ad esempio, per ira di Dio intendiamo lo sdegno divino verso il peccato, sdegno che porta alla distruzione del peccato mediante la passione e la morte di Cristo.
In fondo il concetto di ira di Dio si congiunge con quello di espiazione.
2. È vero che ci sono tante anime che chiedono al Signore di riversare su di loro i castighi perché nessuno si perda.
Ma, come tu stesso giustamente osservi, Dio esaudisce questa loro supplica permettendo che cadano carboni ardenti sulla testa delle persone per cui pregano, come dice San Paolo in Rm 12,20.
I carboni ardenti “sono simbolo di un dolore cocente, del rimorso dei peccati che porterà il peccatore a pentirsi” (nota della Bibbia di Gerusalemme).
San Tommaso osserva che Dio talvolta permette che venga acciaccato il corpo perché guarisca l’anima.
Anche questi “incidenti di ordine temporale” (chiamiamoli così!), sono una vera grazia, frutto dell’espiazione e della preghiera dei servi di Dio.
3. Prendiamo parte anche noi all’opera così grande e così urgente della conversione dei peccatori, pregando e facendo sacrifici per loro.
La nostra azione otterrà loro di pendere parte personalmente all’espiazione dei loro peccati e alla loro santificazione.
Fare qualcosa per la conversione dei peccatori è tra le opere che Dio maggiormente gradisce da parte nostra e che rimunera ampiamente.
Ti ringrazio, ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo