Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro padre Angelo,
le scrivo per chiederle un altro chiarimento: il Logos si sarebbe incarnato se non ci fosse stato il peccato originale?
La tesi preponderante mi pare che sia la risposta affermativa: si sarebbe cioè incarnato lo stesso per portare alla cristificazione dell’uomo, progetto che Dio aveva in mente fin dal primo istante della creazione.
Ma in questo caso mi chiedo: da cosa ci avrebbe salvato se non ci fosse stato il peccato originale e se la nostra natura non fosse decaduta?
Se i progenitori non avessero peccato, non era quello lo stato di natura perfetta che Dio aveva in mente?
Grazie per la risposta e la saluto con affetto e stima.
Antonio

Caro P. Angelo,
mi è sorto un dubbio mentre approfondivo la questione del peccato originale e della redenzione operata da Cristo sulla croce.
Nella Veglia Pasquale giustamente si esclama “O felice colpa!” e già in una tua risposta evidenziavi come la morte di Gesù non sia stata casuale ma faceva parte del progetto di Dio.
Quel che mi chiedevo è cosa possiamo rispondere alla domanda circa l’incarnazione….avremmo avuto ugualmente l’incarnazione senza il peccato originale oppure no? La venuta terrena del Verbo è in funzione del peccato e della nostra salvezza, o come molti dicono è una visione ormai superata e da abbandonare senza rimpianti?
Ho sentito pareri molto diversi e non ho capito se esiste una posizione chiara su questo punto.
La ringrazio.


Risposta del sacerdote

Carissimi,
1. San Tommaso dice che “ci sono in proposito opinioni diverse.
Alcuni dicono che il Figlio di Dio si sarebbe incarnato anche se l’uomo non avesse peccato.
Altri invece affermano il contrario.
E quest’ultima opinione pare che sia da preferirsi.
Le cose infatti che dipendono dalla sola volontà di Dio, al di sopra di tutto ciò che è dovuto alle creature, non possono venire alla nostra conoscenza se non attraverso la sacra Scrittura, nella quale la volontà divina ci è manifestata. Siccome dunque nella sacra Scrittura il motivo dell’incarnazione viene sempre posto nel peccato del primo uomo, è meglio dire che l’opera dell’incarnazione fu disposta da Dio a rimedio del peccato, in modo che se non ci fosse stato il peccato non ci sarebbe stata l’incarnazione.
La potenza di Dio però non è racchiusa in questi limiti: Dio infatti si sarebbe potuto incarnare anche se non ci fosse stato il peccato” (Somma teologica, III, 1, 3).

2. A conferma della propria tesi cita S. Agostino, il quale, spiegando le parole evangeliche: “Il Figlio dell’Uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto” (Lc 19,10), dichiara: “Se l’uomo non avesse peccato, il Figlio dell’Uomo non sarebbe venuto” (Serm. 174).
E cita l’interpretazione comune e autorevole (la Glossa) delle parole di S. Paolo: “Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori” (1 Tm 1,15), la quale dice: “Nessun altro motivo ebbe per venire tra noi Cristo Signore, se non quello di salvare i peccatori. Togli le malattie, togli le ferite, e non c’è più bisogno di medicina”.

3. Nel caso che l’uomo non avesse peccato, Cristo avrebbe potuto benissimo incarnarsi per essere nostro modello di vita e causa della grazia, ma non sarebbe stato salvatore.
Coloro che affermano che Cristo si sarebbe incarnato anche se Adamo non avesse peccato dicono che di fatto, dopo il peccato, l’incarnazione ha assunto anche una finalità salvifica.

4. È molto interessante su questo punto quanto dice il Catechismo della Chiesa Cattolica, il quale non entra direttamente nella discussione, ma elenca i diversi motivi per cui Dio si è incarnato.
E il primo motivo addotto è quello del peccato, come vedrai poco sotto ai punti 1 e 2.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica segue praticamente la pista di san Tommaso il quale dice che noi conosciamo i disegni di Dio attraverso le Scritture e queste parlano dell’incarnazione in diretta relazione con peccato. A cominciare dalla promessa della redenzione fatta dopo il peccato di Adamo: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stripe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gn 3,15).

5. Ma ecco che cosa il Catechismo della Chiesa cattolica dice testualmente (nn. 456- 460):

Perché il Verbo si è fatto carne

1. Con il Credo di Nicea-Costantinopoli confessiamo che il Verbo: «Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo» (n. 456).

2. “Il Verbo si è fatto carne per salvarci riconciliandoci con Dio: è Dio «che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (1Gv 4,10). «Il Padre ha mandato il suo Figlio come Salvatore del mondo» (1Gv 4,14). «Egli è apparso per togliere i peccati» (1Gv 3,5).
La nostra natura, malata, richiedeva d’essere guarita; decaduta, d’essere risollevata; morta, di essere risuscitata. Avevamo perduto il possesso del bene; era necessario che ci fosse restituito. Immersi nelle tenebre, occorreva che ci fosse portata la luce; perduti, attendevamo un salvatore; prigionieri, un soccorritore; schiavi, un liberatore. Tutte queste ragioni erano prive d’importanza? Non erano tali da commuovere Dio sì da farlo discendere fino alla nostra natura umana per visitarla, poiché l’umanità si trovava in una condizione tanto miserabile ed infelice? (San Gregorio di Nissa, Oratio catechetica, 15).

3. Il Verbo si è fatto carne perché noi così conoscessimo l’amore di Dio: «In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo perché noi avessimo la vita per lui» (1Gv 4,9). «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16).

4. Il Verbo si è fatto carne per essere nostro modello di santità: «Prendete il mio giogo su di voi e imparate da me…» (Mt 11,29). «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14,6). E il Padre, sul monte della Trasfigurazione, comanda: «Ascoltatelo» (Mc 9,7).

5. Il Verbo si è fatto carne perché diventassimo «partecipi della natura divina» (2 Pt 1,4): «Infatti, questo è il motivo per cui il Verbo si è fatto uomo, e il Figlio di Dio, Figlio dell’uomo: perché l’uomo, entrando in comunione con il Verbo e ricevendo così la filiazione divina, diventasse figlio di Dio» (Sant’Ireneo di Lione, Adversus haereses, 3, 19, 1). «Infatti il Figlio di Dio si è fatto uomo per farci Dio» (Sant’Atanasio di Alessandria, De Incarnatione, 54,3).

Vi ringrazio, vi prometto una preghiera e vi benedico.
Padre Angelo