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Quesito

Salve padre Angelo
c’è una domanda che mi faccio a cui non trovo risposta, dato che gli ominidi non hanno l’anima spirituale che fine hanno fatto dopo la loro morte?
Possibile che Dio li abbia creati così simili all’uomo e li abbia lasciati morire senza la possibilità di una vita eterna?
Un’altra domanda che mi faccio: perché li ha creati?
Grazie per la risposta, padre Angelo 


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. Dio non disprezza nulla di quanto ha creato, dice la Sacra Scrittura (Sap 11,24).
Dio non fa nulla di inutile.
Il suo amore non è mai ozioso, come ricorda San Tommaso riprendendo una bella affermazione di San Gregorio magno. C’è un disegno di salvezza in tutto.

2. La fede cattolica non ha nessuna difficoltà a riconoscere che Dio abbia potuto creare gli ominidi prima dell’uomo, purché si salvi il suo intervento personale nel dare all’uomo un’anima spirituale e immortale. Cosa che invece non c’è nell’ominide.
La dottrina della Chiesa non parla di ominidi. Sono i cosiddetti evoluzionisti che sostengono tale ipotesi.
Per questo non ha senso domandarsi perché Dio li abbia creati se sono una pura ipotesi scientifica.

3. In ogni caso, pur ammettendone l’esistenza, gli ominidi, come tutte le realtà sub umane, avrebbero avuto un’esistenza migliore di Dio che in se stessi perché in se stessi avrebbero avuto un’esistenza fuggevole e passeggera, mentre in Dio sarebbero esistiti eternamente.
In Dio non sarebbero esistiti in maniera materiale, ma sarebbero stati eternamente presenti nella sua mente.

4. Approfondendo tale concetto San Tommaso non esita a dire che “le cose naturali, assolutamente parlando, hanno un essere più vero in Dio che in se stesse, perché nella mente di Dio hanno l’essere increato, in se stesse, invece, l’essere creato” (Somma teologica, I,18,4, ad 3). 

5. Il commentatore dell’edizione italiana della Somma teologica (ESD) scrive: “Confrontando l’essere che hanno in Dio con quello naturale, questo è un nulla, o un riflesso bisognoso continuamente di venire tratto dal nulla e trattenuto dal ricadervi”.

6. Quando potremo godere della visione beatifica in paradiso vedremo anche gli ominidi, se sono esistiti. La loro conoscenza in tutti gli istanti e le modalità della loro esistenza costituirà per noi una porzione di quella che i teologi chiamano la beatitudine accidentale.
Li vedremo come una sublime manifestazione della sapienza e della gloria di Dio.

7. Per beatitudine accidentale si intende la conoscenza, il godimento e il possesso di tutto ciò che non è Dio.
La beatitudine essenziale invece consiste nella conoscenza, nell’amore, nel possesso e nel godimento di Dio.

Augurandoti ogni bene tanto la prima quanto soprattutto la seconda, ti benedico e ti ricordo nella preghiera, 
padre Angelo