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Sacerdote (1420-1470) – memoria 8 ottobre
Gian Francesco Carreri, della nobilissima famiglia Carreri, va annoverato tra i religiosi che più strenuamente nel XV° secolo si affaticarono per la salute delle anime e per la riforma dell’Ordine. Cambiò il suo nome di battesimo in Matteo.
Da fanciullo sembrò un angelo per la bellezza del corpo e per la bontà del cuore. Non gli mancarono insidie e tentazioni, ma egli, con la grazia di Dio le superò tutte, riportando completa vittoria. Desideroso di abbracciare la vita religiosa chiedeva al Signore di fargli conoscere la sua volontà, e un giorno, entrando nella chiesa di S. Domenico di Mantova, rimase così soavemente colpito dalla devota salmodia dei frati, che subito decise di entrare nell’Ordine dei Predicatori. Il suo noviziato fu uno dei più ferventi, e spesso il Padre Maestro doveva moderarne l’eccessivo ardore. La preghiera, lo studio, la penitenza furono i mezzi sicuri con cui si preparò alla sua portentosa predicazione. La Lombardia e la Toscana furono scosse dalla sua ardente parola e dai prodigi che l’accompagnavano. Combatté senza posa la profanazione dei giorni festivi e i divertimenti illeciti. Portò uno spirito nuovo nei vari conventi, specialmente in quello di Soncino, in cui introdusse una riforma completa. Curò molto il Terz’Ordine e vi fece sbocciare quel mirabile fiore di santità, che fu Luchina da Soncino. Condusse anche molte altre anime sulla via della perfezione.
A Vigevano, ove era giunto per predicare, ricevette il premio del suo apostolato il 5 ottobre 1470. Ivi il suo corpo è venerato nella chiesa di San Pietro Martire.
I vigevanesi ottennero da Sisto IV nel 1482 di celebrarne la memoria liturgica e nel 1518 lo proclamarono compatrono della città; Benedetto XIV, il 23 settembre 1742 ne confermò il culto.