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Sacerdote (c. 1375- 1450)

Andrea Abellon nacque a Saint Maximin, in Francia nel 1375. Giovanissimo entrò tra i Domenicani di quella città, i quali custodivano le reliquie di S. Maria Maddalena. Da vero figlio del Padre Domenico congiunse la santità alla dottrina e fu predicatore ascoltatissimo. In questo sacro ministero, tutto proprio dell’Ordine, fu instancabile, riposandosi solo con la morte. Fu Professore di Teologia a Montpellier, Parigi e Avignone, ma soprattutto rifulse come predicatore che evangelizzò la Provenza e la Contea (Comtat) di Venaissain. Fu anche provetto nell’arte della pittura, e come tanti altri suoi confratelli, si servì delle attrattive del bello per innalzare il cuore dei fedeli all’amore delle cose celesti. L’impulso dato al movimento di riforma dal Beato Raimondo da Capua, e che parve rallentare con la sua morte, riprese nuovo vigore sotto l’energico governo del Maestro Generale Bartolomeo Texier. Tra i generosi che lo coadiuvarono e lavorarono seguendo le sue direttive va annoverato Andrea Abellon che svolse l’opera restauratrice nella Provincia di Provenza, con risultati consolantissimi. Egli riuscì a stabilire la riforma nei conventi di Arles, Aix e Marsiglia. Ma, più che con le parole, egli trascinò con la forza irresistibile dell’esempio.
Fu anche un abile amministratore, tanto che, durante il suo secondo priorato al convento di San Maximin, riuscì ad arricchire il suo convento di entrate stabili (anche la duchessa Iolanda di Aragona mise a disposizione una rendita di 200 fiorini). Nonostante le fatiche del ministero fu fedelissimo ai digiuni e alle altre opere di penitenza prescritte dalle leggi dell’Ordine, a cui aggiunse molte altre austerità. Questa eroica mortificazione dette ali al suo spirito per sollevarsi nei cieli di quella contemplazione che fu la sorgente feconda di ogni sua attività. Morì ad Aix, il 15 maggio 1450, dove si era recato per confortare gli abitanti afflitti dalla peste. E’ sepolto nella chiesa conventuale di Saint Maximin, davanti all’altare maggiore, dove ancor oggi i fedeli non cessano di recarsi a venerarlo e pregarlo. Papa Leone XIII il 19 agosto 1902 ha confermato il suo culto.