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La vita di Caterina Bonacini, cittadina pisana, fu singolarmente drammatica. Rimasta vedova di Baccio Mancini (che aveva sposato giovanissima) e perduti i suoi due bimbi, ancora per accondiscendere alle insistenze familiari passò a seconde nozze con Guglielmo Spezzalaste; ma una serie di sventure si abbatte su Caterina chiudendole dinanzi la via della Provvidenza: sei nascite si mutano presto in altrettanti lutti ed a venticinque anni essa è nuovamente vedova.

Affranta, si ritira nel nascondimento della sua casa dedicandosi ad opere di carità. L’intervento di Santa Caterina da Siena la induce a consacrarsi a Dio, prima nel Terz’Ordine della Penitenza, poi nel monastero di Santa Croce, in provincia di Pisa. In questo sacro asilo era invalso il deplorevole abuso della vita privata, che, infiltratosi nell’Ordine, ne minava la disciplina regolare fin dalle fondamenta. Animata dai più santi ideali, Maria non si lasciò trascinare dalla corrente. Le più timide consorelle, rianimate dai suoi esempi e dal suo fervore, le si strinsero intorno ed essa vide in breve intorno a sé un bel gruppo di religiose ferventi tra le quali brillava la giovanissima Chiara Gambacorta. Queste anime elette dettero così inizio a quella vita comune, che poi, passando nel nuovo Monastero di S. Domenico, costruito da Pietro Gambacorta per la figlia Chiara, poterono proseguire e restaurare in pieno. Inaugurata in questo novello cenacolo la vita austera e santa voluta dal glorioso fondatore, lo spirito di Dio incominciò ad operare meraviglie in quei cuori generosi. Maria fu rallegrata da celesti visioni e la sua tenera carità meritò di lavare le piaghe a Gesù, apparsole in sembianze di giovane piagato. Alla morte di Chiara Gambacorta, che fu la prima Priora del monastero, le successe nel governo che tenne fino alla sua beata morte, avvenuta il 22 gennaio 1431. E’ sepolta a Pisa nella chiesa del Monastero di San Domenico. Papa Pio IX il 2 agosto 1855 ha confermato il culto.