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Quesito
Carissimo Padre,
alcuni dicono che i religiosi cattolici che si impegnano nel celibato sono fuori dal mondo.
Io credo invece che non c’è niente di più nobile e alto di una persona che si dona completamente a Qualcuno per gli altri.
Poi penso che non si può stare con un piede in due scarpe. Come si fa a donarsi completamente al Signore quando si ha contemporaneamente una famiglia? Mi sembra di aver capito che anche nella chiesa cattolica ci sono dei preti sposati ma sono di rito bizantino se non erro. I sacerdoti di rito latino scelgono il celibato per seguire più da vicino l’esempio di Gesù e degli apostoli. Dico bene?
Un ricordo nella preghiera
BENNY
Risposta del sacerdote
Carissimo Benny,
1. Può darsi che vi siano religiosi cattolici impegnati nel celibato e siano fuori del mondo.
Ma se sono fuori del mondo, non è a motivo del celibato, ma di qualche altro problema, che forse si porterebbero dietro anche nel caso fossero sposati.
Giovanni Paolo II era impegnato nel celibato. Era fuori del mondo?
Madre Teresa di Calcutta, don Orione, Padre Pio, Annalisa Tonelli… erano fuori del mondo?
Probabilmente proprio le persone che hai sentito fare simili affermazioni sono fuori del mondo.
2. Ti porto adesso la testimonianza di Gandhi, non cristiano, apostolo della non violenza: “Non si pensi che la castità è impossibile perché è difficile. La castità è il più alto ideale, non deve quindi far meraviglia che richieda il più alto sforzo per raggiungerla. Una vita senza castità mi sembrerebbe insipida e animalesca: il bruto, per natura sua, non ha autocontrollo, l’uomo è uomo perché è capace di averlo” (GANDHI, La mia vita per la libertà, pp. 193-194).
Attorno ai 30 anni, insieme alla moglie, Gandhi fece voto solenne e perpetuo di castità: “Quando io guardo indietro mi sento pieno di gioia e di meraviglia. La libertà e la gioia che mi riempirono dopo aver fatto il voto di castità, non l’avevo mai sperimentata prima del 1906 (data del suo voto solenne).
Prima di fare il voto io ero in balìa di ogni tentazione impura a ogni momento. Ora il voto diventò per me uno scudo sicuro contro la tentazione.
La grande potenza della castità divenne in me sempre più palese. Ogni giorno che è passato mi ha sempre fatto comprendere di più che la castità è una protezione del corpo, della mente, dell’anima. Il praticare la castità non diventò il praticare un’ardua penitenza, fu invece una consolazione ed una gioia. Ogni giorno mi svelava una fresca bellezza: è stata per me una gioia sempre crescente” (Ib.).
Ed ecco come è nata nell’anima di Gandhi la decisione per la castità: “Io vidi con chiarezza che uno che aspira a servire gli altri in modo totale non può non fare a meno di fare il voto di castità. Il voto di castità mi diede la gioia: diventai libero e disponibile a ogni servizio del prossimo” (Ib.).
3. Tu dici giustamente: “Poi penso che non si può stare con un piede in due scarpe. Come si fa a donarsi completamente al Signore quando si ha contemporaneamente una famiglia?”.
Certo si può e si deve essere santi anche nella famiglia.
Ma in quanto tu dici sembra di sentire un eco del pensiero di san Paolo: “Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. Questo poi lo dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è degno e vi tiene uniti al Signore senza distrazioni” (1 Cor 7,32-35).
Ti saluto, prego per te e ti benedico.
Padre Angelo