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Quesito
carissimo padre Angelo
saluti in CRISTO!
gradirei farle alcune domande confidando molto nelle vostre risposte.
Le domande sono le seguenti:
1) non sarebbe più adeguato rimandare nel tempo l’assoluzione e la santa comunione per il gravissimo peccato di adulterio? Quali sono le penitenze più adeguate per questo terribile peccato?
Alcuni parlano di qualche padre nostro e ave maria, ma non sono penitenze troppo semplici davanti alla gravità di tale peccato?
2) se un cattolico o che tale si professa è favorevole al divorzio, aborto, rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, favorevole alle unioni omosessuali ecc. ecc., e vi assicuro che ce ne sono tanti, non dovrebbe a costoro il sacerdote negare la comunione?
3) il sacerdote deve automaticamente dare l’assoluzione o può negarla e differirla?
4) vi è un limite alle penitenze? In teoria si possono dare penitenze per piu` giorni o settimane? Ho sentito di penitenze di 15 rosari da recitarsi 1 al giorno, può essere?
grazie di cuore
Stefano, Roma
Risposta del sacerdote
Caro Stefano,
1. Il peccato di adulterio è certamente tra i più gravi e la chiesa fin dai primi secoli lo cataloga tra i graviora crimina.
Come forse saprai, per molti secoli quando si poteva fruire del Sacramento della Penitenza una sola volta nella vita, la chiesa chiedeva di premettere una penitenza abbastanza lunga prima della Riconciliazione.
Poi è subentrata la prassi della Confessione frequente (verso l’VIII e il IX secolo) e allora la Chiesa, se trova le dovute disposizioni nel penitente, dà subito l’assoluzione.
Questa prassi è certamente migliore sia perché i fedeli si possono trovare in qualunque momento in pericolo di morte, sia perché il sacramento stesso dell’Eucaristia costituisce un valido aiuto per prevenire le occasioni di peccato o per superarle.
2. Mi chiedi quali siano le penitenze adeguate per il peccato di adulterio e mi riferisci che alcuni sacerdoti danno qualche Pater, Ave e Gloria.
A questo proposito bisogna ricordare che l’espiazione del peccato non viene attuata dalla penitenza che fa il penitente, ma dalla passione di Nostro Signore, la cui virtù viene comunicata dal sacerdote mentre assolve.
La penitenza esprime la volontà di partecipare al sacrificio di Cristo per espiare i propri peccati e anche per prevenirli.
Il sacerdote nel dare la penitenza deve tener conto di tante cose, comprese le capacità e la situazione del penitente.
E allora, secondo il giudizio prudenziale del ministro, anche un Pater, Ave e Gloria può andar bene.
Per pura curiosità, quando del sacramento della penitenza si poteva fruire una sola volta nella vita, per un peccato di adulterio si potevano dare tre anni di digiuno (astinenza dalle carni e derivati, e mangiare un sola volta al giorno) e per il primo anno divieto assoluto di accostarsi alla propria moglie (così ad es. il Penitenziale di Beda dell’VIII secolo).
3. Nel dare o negare la Comunione il sacerdote deve tener conto se il fedele viva in una situazione irregolare o se sia eretico formale (nel qual caso è anche scomunicato).
Se le sue asserzioni, anche pubbliche, non vanno contro i dogmi della Chiesa, non può essere considerato scomunicato.
Tanti insegnamenti morali della Chiesa, come quelli che tu hai citato, appartengono al magistero certo, definitivo e infallibile della Chiesa. Ma se uno dissente, è certamente fuori strada, ma non è scomunicato. La Chiesa non pone i più deboli (e sono deboli anche se sono molto intelligenti) di fronte all’aut aut. Spera sempre in una riflessione più profonda e in una maturazione.
4. Il sacerdote può differire l’assoluzione. Ad esempio, se sa che il fedele promette e non mantiene mai, può dirgli: ti darò l’assoluzione solo dopo che tu avrai concretamente restituito.
Ugualmente il sacerdote deve negare l’assoluzione quando il fedele non mostra segni del pentimento di proposito di non offendere più gravemente il Signore. Questo succede molto spesso per i cosiddetti irregolari (divorziati risposati, conviventi di ogni tipo…).
5. Non ci sono limiti per le penitenze. Il sacerdote deve dare penitenze proporzionate al peccato confessato. Se ad esempio uno si confessa di aver abortito o ucciso una persona non si può liquidare il tutto con un’Ave Maria.
Pertanto può dare penitenze che durano anche più giorni, come nel caso da te riferito. Ma in queste situazioni il sacerdote deve chiedere al fedele se è in grado e se accetta di fare quella penitenza. Diversamente lo si espone ad un altro peccato.
Ti saluto, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo