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Quesito
Caro Padre Angelo,
continuo a leggere nel vostro forum tanto che per me è come una guida spirituale per la mia vita il contenuto che ivi leggo. Ma ora vorrei esprimerLe delle mie attuali titubanze:
1. per una persona sposata che fa sesso con il coniuge, come si pone ai fini della sua coscienza?
2. Se l’atto avviene secondo la Sacra Bibbia, con animo di accoglienza di genitorietà può essere considerato pulito anche se è trascorso il periodo della fertilità, tanto pulito da poter accostarsi al sacramento dell’Eucarestia?
3. E se essendosi accostato alla Santa Comunione nello stato descritto – dopo aver chiesto in cuor suo perdono al Signore per l’atto umano commesso- deve per forza confessarsi ritenendo che ha abusato della Misericordia implorata dal Signore?
La lettura del Vostro Forum mi sprona e mi illumina e mi spinge a considerarLa come “Padre Spirituale“, cosa che qui non posso fare, né con un emerito vescovo che mi ha visto suo discepolo, perché non me la sento, né con il mio nuovo giovanissimo parroco. Devo confessarLe che in un mia meditazione, sentendo una avversione per la sua giovane età, mi sono imposto di piegare la mia “ostilità” ed ho piegato il capo presentandomi da lui per essere da lui confessato, ma non gli ho confessato che da lui mi ero presentato anche e, forse soprattutto, per abbassare la mia testa superba ed accettare e vedere in lui il Ministro del Signore.
Chiedo scuse se mi sono prolungato, ma soprattutto se posso essere apparso come un fariseo che si è vantato, ma confido nella Sua bontà anche e soprattutto di ricevere una risposta che mi valga da guida e mi tranquillizzi spiritualmente.
Preghi per me, ne ho tanto bisogno.
Prego sempre, se pur indegnamente, per tutta la Chiesa di Gesù, ma specialmente per i Suoi Consacrati.
CRISTO REGNI!!! E’ un saluto da vecchio appartenente all’Azione Cattolica.
Antonio
Risposta del sacerdote
Caro Antonio,
ti ringrazio anzitutto per l’attenzione con cui ci accompagni e per la fiducia che riponi in noi, che desideriamo essere servitori di Cristo e del suo vangelo.
1. Mi chiedi anzitutto “se per una persona sposata che fa sesso con il coniuge, come si pone ai fini della sua coscienza?”
Intanto l’espressione “far sesso” è brutta. È presa dal linguaggio corrente, che sotto questo aspetto sembra vedere nella sessualità solo l’aspetto ludico.
A parte l’espressione, due persone in forza del consenso matrimoniale hanno acquisito il diritto di compiere gli atti che sono ordinati alla procreazione.
Per questo si parla anche di debitum coniugale.
Chi usa quest’espressione è san Paolo: “Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito. La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie” (1 Cor 7,3-4).
Vi è questo debitum solo se l’atto coniugale viene chiesto “ragionevolmente”.
Tra le altre cose, ragionevolmente significa che se l’atto è richiesto in forma contraccettiva non è più ragionevole, perché è difforme dal progetto di Dio e dal rispetto che si deve all’altro coniuge.
2. Mi chiedi anche : “Se l’atto avviene secondo la Sacra Bibbia, con animo di accoglienza di genitorietà può essere considerato pulito anche se è trascorso il periodo della fertilità, tanto pulito da poter accostarsi al sacramento dell’Eucarestia?”.
La risposta è affermativa, purché non si usi dell’altro come di uno strumento di libidine. Giovanni Paolo II ha detto: “L’usufruire dei periodi infecondi nella convivenza coniugale può diventare sorgente di abusi, se i coniugi cercano in tal modo di eludere senza giuste ragioni la procreazione abbassandola sotto il livello moralmente giusto delle nascite nella loro famiglia. Occorre che questo giusto livello sia stabilito tenendo conto non soltanto del bene della propria famiglia, come pure dello stato di salute e delle possibilità degli stessi coniugi, ma anche del bene della società a cui appartengono, della Chiesa e perfino dell’umanità intera” (5.9.1984).
Ha detto inoltre che “la persona non può mai essere considerata un mezzo per raggiungere uno scopo; mai, soprattutto, un mezzo di “godimento”. Essa è e dev’essere solo il fine di ogni atto. Solo allora corrisponde alla vera dignità della persona” (lettera alle famiglie Gratissimam sane, n. 12).
3. Chiedi infine: “E se essendosi accostato alla Santa Comunione nello stato descritto – dopo aver chiesto in cuor suo perdono al Signore per l’atto umano commesso- deve per forza confessarsi ritenendo che ha abusato della Misericordia implorata dal Signore?”
Di per sé non deve chiedere perdono di niente, perché gli atti coniugali compiuti nell’intimità casta, sono cosa buona. Dice il Concilio Vaticano II che “questi atti, con i quali gli sposi si uniscono in casta intimità e per mezzo dei quali si trasmette la vita umana, sono onesti e degni (honesti ac digni sunt), e compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano ed arricchiscono vicendevolmente in gioiosa gratitudine gli sposi stessi” (Gaudium et spes n. 49).
4. Hai fatto bene ad umiliarti di fronte al giovane sacerdote. Il Signore lo ritiene fatto a Sé.
Fai bene a pregare per la Chiesa e in modo particolare per i consacrati.
Poiché tra questi vi sono anch’io ti ringrazio con tutto il cuore.
Ricambio con un ricordo al Signore e ti benedico.
Al tuo vecchio saluto, io rispondo: “Sempre!”
Padre Angelo