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Quesito

Caro Padre Angelo,
seguo e apprezzo molto la Sua rubrica su Amici Domenicani. Le vorrei porre la seguente domanda.
Recitando il Credo noi diciamo “…il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture”. Precisamente, a quali passi dell’Antico Testamento ci riferiamo (che sono poi gli stessi che citò il Risorto in persona ai discepoli di Emmaus)?
La ringrazio per le indicazioni che potrà darmi. Maria SS. sostenga la Sua preziosa attività.
Armando T.


Risposta del sacerdote

Caro Armando,
ti ringrazio degli apprezzamenti per il nostro sito. Anche questi sono utili e ci incoraggiano a proseguire.
In riferimento alla domanda da te posta, posso indicarti alcuni riferimenti delle Scritture.

1. Il primo è tratto dalla predica di San Pietro nel giorno della Pentecoste.
San Pietro, illuminato dallo Spirito Santo, legge il salmo 16 nella prospettiva della risurrezione del Signore. Ecco il passo:
“Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide (salmo 16) a suo riguardo:
Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; poiché egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua; ed anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai l’anima mia negli inferi, né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza.
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e la sua tomba è ancora oggi fra noi.
Poiché però era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne vide corruzione” (At 2,24-31).

2. Un altro Salmo, che dalla Chiesa e dalla sua liturgia è stato letto in riferimento alla risurrezione del Signore, è il 139.
San Girolamo lo traduce in latino con queste parole: “Domine, probasti me et cognovisti me; tu cognovisti sessionem meam et resurectionem meam” (Salmo 139,1).
Traducendo materialmente la versione di San Girolamo, noi scriveremmo: “Signore, tu mi hai scrutato e mi hai conosciuto; tu hai conosciuto il mio giacere e la mia risurrezione”.
Più avanti il medesimo salmo dice: “exurrexi et adhuc tecum sum” (Sal 139,8), che significa “mi risveglio e sono di nuovo con te”.
Ma la Liturgia della Chiesa, nell’antifona di ingresso della Messa della Risurrezione (Pasqua), scrive “Rexurrexi et adhuc tecum sum” e in italiano: “Sono risorto e sono di nuovo con te”.

3. Si potrebbero trovare tanti altri riferimenti alla morte e alla risurrezione del Signore. Ma io mi accontento di riportare un passo del Catechismo Romano proprio in riferimento all’espressione “secondo le Scritture”.
Questo testo del Magistero fa riferimento al segno di Giona di cui parla il Signore: “Allora alcuni scribi e farisei lo interrogarono: «Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno». Ed egli rispose: «Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra»” (Mt 12.38-40).
Ecco il passo del Catechismo Romano:

§ 76. Per quale motivo i Padri del Concilio di Costantinopoli hanno aggiunto a questo articolo la clausola «secondo le Scritture»

A questo punto i Padri del primo Concilio di Costantinopoli aggiunsero le parole «secondo le Scritture». Essi si ispirarono a san Paolo, che spiegò come il mistero della risurrezione di Cristo sia fondamentale per la fede cristiana. Dice infatti l’Apostolo: Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la nostra fede (…) Ma se Cristo non è risorto, è vana la nostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati (1 Cor 15,14-17).
Sant’Agostino commenta: «Non è gran cosa credere che Cristo è morto; lo credono anche i pagani, i giudei e tutti i malvagi: tutti credono! cioè che è morto. La fede dei cristiani sta nella risurrezione di Cristo. Noi teniamo una cosa grande il credere che è risorto» (Enarrationes in psalmos, 120,6).
Appunto per questo Gesù ne ha parlato così spesso. Infatti quasi mai Egli ha discorso con i discepoli della sua passione senza accennare anche alla sua risurrezione. In san Luca dice: Il Figlio dell’uomo (…) sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi e, dopo averlo, flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà (Lc 18,32). E quando in altra occasione i suoi nemici gli chiesero di provare con qualche segno o miracolo la sua dottrina, Egli rispose che non sarebbe stato dato loro alcun segno tranne quello del profeta Giona (2,1); come Giona era rimasto per tre giorni e tre notti nel ventre del cetaceo, così pure per tre giorni e tre notti il Figlio dell’uomo sarebbe rimasto nel seno della terra”.

Ti ringrazio della domanda, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo